[REPORT] Lucca Comics: perdersi nell’Isola Che C’è

Il Lucca Comics and Games taglia il traguardo della 50° edizione: vi raccontiamo di come pur “non avendo visto un cazzo” sia stata un’esperienza totalizzante e bellissima. 

Un’ascesa super – L’edizione 2016 del Lucca Comics and Games finirà, senza ombra di dubbio, negli annali. E a dirlo non sono le vaghe impressioni di questo o quel blogger, bensì i “freddi” numeri, che per una volta si fanno “caldi, anzi caldissimi” della statistica: 271.208 biglietti strappati, ed oltre 500mila le persone che hanno preso parte alla cinque giorni dal 28 ottobre al 1° novembre scorso. Un’edizione quindi contrassegnata dai grandi numeri come non mai e che ha sancito, una volta per tutte (casomai vi fosse ancora qualche dubbio) come non soltanto il mondo dei fumetti in particolare, ma in generale quel “cosmo grande” che ruota attorno all’animazione, ai cartoni, alle action figure, ai cosplayers sia un universo in continua crescita anche in Italia.

Arrivata alla 50° edizione insomma Lucca Comics è ben di più che una realtà come tante, bensì si connatura come un vero e proprio punto fissa nei calendari di centinaia di migliaia di appassionati. Il Direttore, Renato Genovese, nel suo discorso al termine della manifestazione ha messo le cose in chiaro:

Il numero di biglietti venduti è stato davvero eccezionale, e di questo non posso essere che contento. Ma la soddisfazione più grande è data dall’apprezzamento totale e incondizionato di chiunque abbia partecipato al Festival quest’anno, siano essi espositori, addetti ai lavori e – certamente non ultimo – il grande numero di visitatori che ha animato questi memorabili cinque giorni. Un pubblico sorridente, competente, curioso e motivato che ha deciso di scegliere la nostra Isola Che C’è per vivere e condividere le proprie passioni con tanti altri che magari non conosce, ma che la pensano allo stesso modo

Questo quanto dichiarato e quanto si può leggere sul sito ufficiale (si legge anche che lo stesso Genovese alla fine dell’anno lascerà la direzione, quindi a breve vi potrebbero essere novità).

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Un’esperienza totalizzante – Eppure nonostante questi toni trionfalisti, quasi tutti giustificati, a molti degli analisti, giornalisti, comunicatori, organizzatori e blogger vari è sfuggita una cosa, apparentemente banale, ma che conferma come Lucca Comics sia uno degli eventi al top della nostra Penisola. Questo fattore ho avuto modo di sperimentarlo in prima persona: infatti io sono andato al Lucca Comics per tre dei cinque giorni e, pur non vedendo un cazzo di niente, mi sono divertito come non mai.

Infatti io non ho visto la celeberrima proposta di matrimonio di un uomo travestito da unicorno blu ad una donna travestita da unicorno rosa nel palco centrale, non ho visto lo storico incontro di Zerocalcare con Frank Miller (praticamente una Justice League del fumetto contemporaneo), non ho fatto nessuna fila per farmi autografare un albo da un gigante degli anime giapponesi, non ho aspettato ore per tentare di salutare Maccio Capatonda e Herbert Ballerina che hanno presentato il film di quest’ultimo, Quel Bravo Ragazzo, non ho visto in anteprima Animali Fantastici e dove trovarli, primo capitolo cinematografico dei prequel di Harry Potter, non ho assistito neppure ad uno degli interessanti dibattiti ed eventi al PalaYoutuber, dove Youtuber di tutt’Italia si incontravano/scontravano su vari argomenti, mi sono perso Gabriele Salvatores, non ho seguito con attenzione interessanti progetti tutti italiani come quelli di Dario Moccia o Claudio Di Biagio (We Are The Campions del primo è un gran fumetto e il progetto del secondo, Ernest Egg, è un progetto superlativo: chiunque di noi abbia un cuore in petto dovrebbe augurarsi di poter vedere finito) non ho assistito allo storico incontro fra i due “Rocchi”, ovvero Rocco Tanica e Rocco Siffredi e non ho neppure assistito all’anteprima di Final Fantasy XV.

«Si è letteralmente circondati da una folla festante che, almeno questa è l’impressione che si ha, non vorrebbe trovarsi da nessun altra parte nel mondo che non qui»

Insomma non ho fatto praticamente nulla se non bighellonare per i vari stand, adocchiare distrattamente qualche albo, salutare un paio di amici che non vedevo da tempo, dare un volto e un corpo a persone con cui sono solitissimo parlare via mail, ho bevuto qualche birretta, mangiato dei panini sempre buonissimi (focaccia + pesto + pecorino + finocchiona patrimonio universale dell’UNESCO) e apprezzato grandemente il sole e il caldo di fine ottobre che ti scalda le braccia e ti fa bollire la schiena (specie se porti uno zaino affardellato degno della Prima Guerra Mondiale).

Perché alla fine, almeno nell’esperienza di un visitatore un po’ distratto e non così tanto informato come posso essere io (che poi potrebbe essere il “visitatore tipo” di un qualsiasi festival), il bello di Lucca Comics è passeggiare per le vie di una delle città più belle del mondo, salire sulle mura e guardare tutti dall’alto, osservare i centinaia di cosplayer, alcuni bellissimi e fatti ottimamente, altri simpatici tentativi ed altri ancora talmente rassomiglianti al vero da farti dubitare se siano o meno personaggi reali. Si è circondati, alle volte letteralmente circondati tipo esodo biblico, da una folla festante che, almeno questa è l’impressione che si ha, non vorrebbe trovarsi da nessun altra parte nel mondo che non qui. Uno si può divertire un mondo a Lucca e stare bene anche soltanto usando i proprio occhi e le proprie gambe (che magari a fine giornata vi doleranno come un tornitore industriale). Ecco perché questa rassegna è una grande, grandissima rassegna: perché anche non facendo e vedendo praticamente un cazzo non vedrete l’ora che sia di nuovo fine ottobre per fiondarvi tra il monte Serra e il fiume Serchio. 

Mattia Nesto

Per la realizzazione dell’articolo ringrazio Gianandrea Diano, Rossella Marchianò e Francesco Gastaldi.

Gallery a cura di Federico Diano