I piatti di una volta: la cena EATinerante di EATaly sublima le ricette della nonna

EATaly propone ancora una volta la cena EATinerante e lo fa in chiave tutta familiare: 7 grandi cuochi impegnati a misurarsi con le rispettive nonne nei piatti della loro tradizione. Siamo stati al Tavolo dei 20 fortunati per degustare tutte e 7 le portate.

di Giorgia Bollati  –  Una grande piazza, un grande mercato. Varcata la grande porta a vetri dell’ingresso, è l’olfatto a fare da guida e a farsi strada tra i cestini di frutta e verdura, la sala interamente dedicata a salumi e formaggi e il banco del pesce. Pomodori rossi e turgidi come li si trova solo dal contadino, riccioli di insalata che piovono dalle ceste nel loro verde scintillante, e poi l’avvolgente e caldo profumo del pane appena sfornato e i fatati colori pastello dei barattolini di yogurt che dipingono il frigo.

In questo tempio del cibo, una volta al mese da febbraio, si tiene una cena EATinerante che vede ai fornelli chef più o meno famosi, dalle stelle Michelin alle giovani promesse, che si giostrano nella preparazione ognuno di una portata diversa.

Lo staff di Eataly Lingotto ha scelto per l’evento di lunedì 24 ottobre un tema in linea con la festività del mese, tutto dedicato ai nonni: i 7 chef si sono cimentati nella preparazione di quello che per loro era uno de “I piatti di una volta”.

Il risultato è stato un menù ricchissimo tra cui gli ospiti hanno potuto scegliere le proposte più invitanti, a partire dagli antipasti di Massimiliano Musso che ha preparato uno stupendo uovo cotto a bassa temperatura su Raschera e funghi porcini, e di Andrea Ribaldone con il suo cavolfiore e salsa di acciughe. Unica offerta per la portata principale sono stati gli Gnocchi al Castelmagno, particolari per la loro forma allungata tipica delle valli occitane, ma per il resto forse un po’ troppo classici. La scelta è stata molto più ampia per i secondi: Baccalà in due consistenze di Claudio Gala, che ha accarezzato i palati con il branda e ha lanciato l’invito a mangiare con le mani con il suo favoloso fritto (leggero e non unto), Ombrina con cime di rapa e zucca caramellata di Alessandro Mecca e, per la carne, la Crocchetta di spezzatino di manzo con cremoso di patate e polvere di olive nere di Eugenio Simonetti (avvolgente e saporita da sogno), e infine il Peposo di razza piemontese di Paolo Gori, stupendo pur essendo preparato con materie povere (ma di ottima qualità).

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Nel complesso cena perfettamente bilanciata, soprattutto al Tavolo dei 20 fortunati, dove gli ospiti hanno avuto la possibilità di degustare tutti i piatti, serviti sempre con tempi equilibrati, accompagnati da vini, adeguati ad esaltare i sapori, provenienti da 3 stabilimenti: Malvirà, Azienda Agricola 499 e Viotti; notevole, in particolare, l’abbinamento con la Crocchetta di spezzatino di una Freisa di 499 che ne arrotondava perfettamente il sapore.

Ogni portata è stata accompagnata da una visita al tavolo del rispettivo cuoco che ha raccontato la storia del piatto rievocando i ricordi della nonna intenta nella preparazione della specialità, conferendo alla degustazione un’aura romantica. Inoltre Gabriele Saffirio, produttore di 499, tra piatti e bicchieri, è riuscito a raccontarci com’è essere un giovane imprenditore che cerca di trovare il suo posto nel mercato vinicolo: già possidente di una vigna, nel 2012 ha deciso di mettersi in gioco, grazie a supporti enologici e di marketing, espandendo il suo terreno e lanciandosi nell’esportazione all’estero, poiché, a quanto dice, in Italia è molto più difficile. La qualità, insieme alla bontà del suo vino, ha assicurato a Gabriele un posto, tra le altre cose, a questa particolare cena.

Una cena da sogno tra le stelle, nell’ambiente accogliente ma folkloristico di Eataly e con la gentilezza di giovani quanto professionali ed impeccabili camerieri. 

Gallery a cura di Miriam Corona

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Ringraziamo lo staff per la gentile ospitalità e vi rimandiamo al sito di EATaly per restare aggiornati su tutte le iniziative in programma.