Alla scoperta del nuovo attesissimo album degli “Otaghi”.
di Mattia Nesto – “Questo è un disco concreto, fatto di cose semplici e dirette perché non credo al lavoro intellettuale da solo, non accompagnato da quello manuale: i vecchi contadini infatti dicono usare le mani aguzza l’ingegno. Ma detto questo in Marassi c’è anche tanta ambizione, ambizione nel fare le cose per bene e farle un po’ diverse dal solito: Marassi è comprensivo di tutte le cose che succedono, insomma, tra il Bisagno e l’universo intero”.
Con queste parole Maurizio Carucci, leader e autore dei testi degli Ex-Otaga illustra Marassi, l’ultimo disco della band genovese. Il disco è stato presentato alla stampa presso gli uffici della Universal Music Italia di Milano, major che si occupa della distribuzione. E proprio da qui parte la discussione assieme allo stesso Maurizio Carucci, Olmo Martellacci e Francesco Bacci. Proprio quest’ultimo afferma: “Credo che questo sia un momento di grande cambiamento: una volta essere qui a presentare un disco sarebbe stata una follia, adesso, facendo meno differenze, è tutto molto più normale. I passaggi in radio, se si vuole anche in televisione – prosegue il chitarrista – ma anche la musica internazionale mainstream che pesca sempre di più in quella alternativa e indie non fanno altro che confermare un grande periodo di evoluzione e mischiatura delle cose”. Maurizio Carucci spiega poi: “Questo è un disco contemporaneo, non è un disco di per sé innovativo o che, un po’ tronfiamente, vuole guardare al futuro, magari anticipandolo: questo è un disco dell’adesso, di quanto accade ora. L’abbiamo fatto volendo essere dentro – continua il cantante e autore genovese – raccontando ciò che succede fuori”.
Uno dei grandi “temi” di Marassi è, senza dubbio, l’iter di realizzazione e produzione dell’album: si è partiti da crowdfunding (va detto conclusosi in modo trionfale) poi si è passati su Garrincha Dischi e quindi Universal: “Questa serie di passaggi è proprio la prova tangibile dello spirito dei tempi – ci dice Francesco – Siamo partiti da un qualcosa fatto praticamente in casa e poi via via ci siamo sempre più allargati”. E questo concetto di “casa” ritorna spesso nei discorsi degli Otaghi, soprattutto quelli in merito al titolo dell’LP: “Marassi è un quartiere centrale e assieme popolare di Genova – dichiara Maurizio – Dove ci sono un sacco di contraddizioni e luoghi simbolo dell’Italia intera: il carcere, i palazzoni e lo stadio. In più è poi sede di casa Otago, ovvero di un appartamento-rifugio – continua il cantante – dove ci siamo spesso ritrovati per scrivere i testi e registrare i primi demo e pezzi con i synth: Marassi è un luogo strano e affascinante, con le colline che lambiscono Genova ma a due passi dal centro-città”. Di Marassi forse la prima, primissima cosa che balza agli occhi è un passaggio, piuttosto deciso dai suoni maggiormente acustici di In capo al mondo (l’album precedente) a suoni più elettronici e anni Ottanta: chiediamo a Maurizio come sia andata la registrazione dell’LP: “La componente di tastiere è sempre stata molto ben presente in noi: basti pensare che agli inizi abbiamo perfino fatto una cover dei Duran Duran! Detto questo – continua il genovese – fondamentale è stato l’apporto di Matteo Cantaluppi che ha curato la registrazione: ha letteralmente fatto deflagrare le nostre idee, comprendo al volo i nostri codici, per cos’ dire, artistici. Non diceva bisogna fare cose ma dobbiamo fare così: questo senso di comunanza è stato quel qualcosa in più che per noi è stato basilare”.
Quindi spazio ai synth e ai campionamenti: “Sì esatto, un’anima anni Ottanta parte identitaria di quanto siamo noi” certifica Maurizio Carucci. Ed a questo proposito sul palco immagino che vi presenterete con una strumentazione un po’ diversa dal solito: “C’hai preso – risponde prontamente Olmo – Abbiamo dovuto dire addio alle nostre gloriose Yamaha, vere compagne di vita, al sax – che ora fa bella mostra di sé in casa di un’anziana zia – ed al flauto – usato per aggiustare un tubo che perdeva in cascina da Maurizio. Addio anche ai charagno e spazio ai synth, ai bassi in primo piano e alla chitarra elettrica – prosegue Olmo – Vi faremo muovere per benino insomma”.
Al termine dell’incontro il discorso, quasi inevitabilmente, scivola ancora su Genova. Una Genova, quella raccontata dagli Otaghi, che si discosta anni luce dalla “foto-ricordo” delle canzoni di De André: “Genova è una città che amiamo alla follia – spiega Maurizio – però è anche una città molto conservatrice: con quel gigantesco cantautorato e i vicoli cantati da De André sembra che sia tutta lì. Invece Genova, tutto e il contrario di tutto, è anche Marassi, con i suoi bar pieni di cinghiali incazzati, le palestre di zumba, gli amori che nascono sui bus e – prosegue Maurizio – lo stadio con i cori in genovese: una città-mondo che abbiamo davanti agli occhi tutti i giorni e di cui non siamo mai sazi. Questo disco racconta proprio di questo”.
MARASSI TOUR
date in aggiornamento
ROMA 17 Novembre @ Cohouse Pigneto ingresso gratuito
evento qui:
BOLOGNA 18 Novembre @ Covo Club
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MILANO 19 Novembre @ Serraglio
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TORINO 25 Novembre @ SAMO
FIRENZE 26 Novembre @ tender:club