Viaggio nell’ultimo manicomio d’Italia

Reportage all’interno dell’ex manicomio di Mombello, ora completamente abbandonato.

di Edoardo D’Amato – Nel cinquecento una famiglia di nobili lombardi – i Pusterla – costruì una villa a Limbiate (provincia di Monza, a 15 km circa da Milano), che dopo vari passaggi di proprietà divenne due secoli dopo il quartier generale di Napoleone Bonaparte durante la campagna d’italia. In quel momento raggiunse il suo massimo splendore, mentre nei primi decenni dell’ottocento venne completamente abbandonata. L’acquisto del comune di Milano segnò la svolta definitiva: nel 1863 fu trasformata nell’ospedale psichiatrico Giuseppe Antonini, che durante gli anni fu così densamente popolato da divenire nel ‘900 il più grande e importante manicomio d’Italia.

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Tra pazienti, personale e collaboratori, queste mura ora degradate sono state vissute da qualcosa come 100mila persone nel corso della loro storia: la struttura ospitava malati da ogni parte d’Italia. Tra questi ricordiamo anche Benito Albino Dalser, figlio mai riconosciuto di Benito Mussolini e di Ida Dalser, internato dal regime e morto nel 1942.

Stiamo parlando di quella che fu una vera e propria città immersa in un parco enorme (320mila metri quadrati) e costituita da tutta una serie di padiglioni ora lasciati in uno stato di degrado totale (tranne la storica villa Arconati-Crivelli). Il declino di questi luoghi è partito nel 1978, quando con la Legge Basaglia l’ordinamento italiano impose di chiudere progressivamente tutti i manicomi presenti sul territorio italiano. Quella che fu Villa Mombello (così chiamata all’epoca di Napoleone per la sua bellezza e per la sua posizione) non fece eccezione: iniziò così una parabola discendente che oggi si può constatare in tutta la sua imponente presenza/assenza.

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All’interno dell’ex ospedale psichiatrico si calpesta di tutto: parti del soffitto che cadono inesorabilmente, radiografie di pazienti datate 1982, lettini distrutti, mobili capovolti e scritte inquietanti. Sembra di essere nei panni di Harry Mason e di dover completare una missione di Silent Hill.

Il reportage della fotografa Martina Marzano ci dà un quadro della situazione attuale di una struttura completamente abbandonata, che reclama di essere ripensata e riqualificata.

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