La prima volta in Italia per la talentuosa band neozelandese, che avvolge in Biko di Milano in una atmosfera eterea e trasognata.
Mattia Nesto – Davanti ad un pubblico non certo delle grandi occasioni, mercoledì 28 settembre all’Arci Biko di Milano è andato in scena uno dei concerti che, non abbiamo timore di essere smentiti, sarà ricordato come uno dei migliori del 2016. Infatti gli Yumi Zouma hanno realizzato uno show di grande, grandissimo gusto, impressionando per quel misto di maturità nel confezionare i pezzi e assoluta “innocenza” di fronte al pubblico che, oggigiorno, è davvero merce rara.
Il gruppo neozelandese, forte del successo del loro ultimo album, Yoncalla, ha aperto i concerti per i grandi nomi della musica internazionale (uno su tutti, Lorde), certificando così una piena maturità, artistica ed umana. Ascoltando il già citato Yoncalla e i precedenti due EP, gli Yumi Zouma si segnalavano per un dream-pop aereo e di gran classe, una band capace di realizzare trame musicali che passano, senza soluzione di continuità alcuna, dal farti scuotere e dimenare i fianchi a far assaporare atmosfere più zuccherose e trasognanti, tipiche del miglior dream-pop in circolazione. Ed a Milano (prima data di un mini tour nel nostro Paese, da Bologna a Torino, passando per Roma) i neozelandesi hanno messo tutto questo sul palco, sfoderando uno spettacolo che è andato al di là di ogni più rosea aspettativa. Rosea già, come il colore glitterato e luminoso della stessa band sul fondale nero del palcoscenico.
«Per chi è convinto che la musica sia, anche e soprattutto, qualcosa di utile per spiccare il volo, allora pezzi come “Yesterday” sono il viatico ideale per questa trasmigrazione»
Ed è stata proprio questa la prima sensazione che si ha avuto quando li si è visti salire sul palco: tre ragazzi giovani, giovanissimi, con sguardi sorridenti e, soltanto un pizzico, imbarazzati. Poi hanno attaccato i loro pezzi e la magia è subito iniziata. Canzoni come Barricade, lungi dall’essere astruse sperimentazioni di “muscolarità musicale”, stupiscono per la soave leggerezza con cui sono proposte, significando, una volta di più come, specialmente quando si parla di pop music, non sempre la soluzione più massiccia e tonante sia quella più azzeccata.
Si prenda, ad esempio, “Keep it close to me”, con quella levità nel trasecolare dalla dance al pop sintetico. Sicuramente, e lo show milanese lo ha confermato dal vivo, per tutti quelli che amano maggiormente le pulsazioni, i ritmi più affilati e le scelte di maggior impatto, gli Yumi Zouma non sono la band migliore: troppo eterei, troppo rarefatti ed immersi in nuvole rosa per interessare appieno questi fruitori. Ma per chi è convinto che la musica sia, anche e soprattutto, qualcosa di utile per “spiccare il volo”, allora pezzi come “Yesterday” sono il viatico ideale per questa trasmigrazione.
Se sia gli EP che l’album si sottolineava per una cura, non comune, nei suoni, il concerto al Biko ha aggiunto anche un tassello in più alla “galassia Yumi Zouma”. La band infatti, che si trovava per la prima volta a suonare in Italia, ha dimostrato anche di essere perfettamente in grado (nonostante una saletta, seppur di ridotte dimensioni, non completamente piena) di coinvolgere appieno il pubblico, che si è lasciato dolcemente travolgere dalla candida simpatia dei neozelandesi. Se è vero come è vero che certi concerti seminali nella storia della musica pop e rock sono stati fondamentali, indipendente dal numero degli spettatori, allora sentiremo ancora molto parlare del nome degli Yumi Zouma. Un nome, ovviamente, dal colore rosa e glitterato posato su un tendone scuro, pronto per spiccare il volo nei cieli del dream-pop.