Fino al 2 Ottobre le inquietudini dell’amore che odia e dell’odio che ama, saranno in scena al Silvano Toti Globe Theatre sotto la regia e l’occhio attento di Gigi Proietti.
di Raffaella Ceres – Tanto come finisce lo sappiamo tutti. Così, in un bacio, io muoio: avete presente? Allora perché avrebbe senso continuare ad applaudire (riempiendo persino il teatro) una fra le opere più spoilerate della storia della drammaturgia? Spiegarlo con troppi giri di parole non servirebbe.
Lo ha perfettamente compreso Gigi Proietti che firma la regia del Romeo e Giulietta in scena fino al prossimo 2 ottobre al Silvano Toti Globe Theatre di Roma e che rende onore al testo di questo capolavoro shakespeariano mettendone in luce la straordinaria contemporaneità di temi ed analisi sociale. Si divertono gli attori in scena e si diverte il pubblico in sala. Scende il gelo sulla tragedia dei due giovani innamorati e si fa silente il pubblico nell’ora negata alla magia del fato.
Ci vuole orecchio paziente per cogliere le molteplici emozioni che invadono le parole di questo testo eterno. Un misterioso quanto perfetto incastro di tempi, pause e musica fa da cornice allo spettacolo in scena omaggiato dalla maestria degli attori, ognuno dei quali rende vivi, rotondi e pieni di spessore i personaggi a loro affidati. Se ne prendono cura, li fanno propri al punto di non permettere allo spettatore di riconoscere il confine fra palco e realtà. Sarebbe bello poter citare tutti gli attori in scena accompagnati dalla loro freschezza e professionalità ma, nel severo spazio di poche parole desideriamo applaudire ancora la prova di Alessandro Averone ( Mercuzio ), Francesca Ciocchetti ( Balia), Mimosa Campironi ( Giulietta ), Matteo Vignati ( Romeo).
La buona giornata non si vede dal mattino ma dalla notte che l’ha preceduta
Perché Romeo e Giulietta, ci chiedevamo all’inizio di questo racconto, prima di perderci nella poesia filosofeggiante dell’amore spezzato. Nel Romeo e Giulietta diretto da Gigi Proietti la tragedia dei due giovani sposi assume attorno a sé colori accesi eppur leggeri che illuminano la loro storia ma fa brillare in realtà tutte le storie che circondano i due amanti. Bullismo, amicizia, l’attesa e il fremito della prima volta, rapporti genitoriali sbagliati, l’ottusa pretesa della società di imporre leggi e costumi, la giustizia che non trova riscatto nella quotidianità. Per tradurre tutto questo in un linguaggio contestualizzato la scelta di inserire elementi legati ai “ nostri tempi moderni” è vincente. Le primissime battute dello spettacolo giocano fra rap, selfie e probabili citazioni da social (del quale il nostro sommo poeta è in realtà spesso protagonista).
L’attenzione del pubblico è totale. I costumi che spostano la scena dal tempo della nostra contemporaneità ai tempo della narrazione è la chiave di accesso allo spirito dell’intera commedia così come la scelta attenta delle musiche utilizzate. Rendere un testo capace di rinnovare se stesso pur mantenendo la sua integra originalità: per questo, Romeo e Giulietta. Perché rappresenta un monito verso chi non ha orecchie per ascoltare, chi non ha il coraggio di scegliere puntando solo sulle proprie forze. Un inno all’amicizia oltre che all’amore senza la pretesa di indagare il sentimento degli sfortunati protagonisti.
Si canta l’amore incompleto di una madre ed un padre verso la propria figlia contrapposto a quello incondizionato della nutrice (quante figure oggi si sostituiscono alle famiglie geneticamente imposte?). Si celebra il coraggio di chi cerca di dimostrare le proprie convinzioni nell’armonia della diversità pur sovrastato dal rumoreggiare di chi urla una forza non posseduta. Si ironizza sul credo spirituale che si rende schiavo di logiche prive di moralità. Per questo ha senso e sempre lo avrà immergersi nella storia di Romeo e Giulietta.