[REPORT] Gli incubi di Philip K. Dick riaffiorano al Cimitero di San Pietro in Vincoli

Lo spettacolo teatrale “Sempre la belva si scatena per paura” di Giordano V. Amato, il concerto della violoncellista Julia Kent e la sonorizzazione di spezzoni cinematografi sci-fi ad opera di Gher: l’omaggio dell’ISAO Festival all’autore americano.

di Luca Richiardi  –  ISAO festival – Il Sacro Attraverso l’Ordinario – nella sua espressione torinese “Storie di altri mondi” ha deciso quest’anno di omaggiare, nella sua serata di inaugurazione all’ex cimitero San Pietro in Vincoli, uno degli autori più influenti del secolo scorso: Philip K. Dick.

Oggi il nome di Dick è amato e celebrato e le sue opere più famose sono divenute tali grazie a trasposizioni cinematografiche di enorme successo – chi non conosce Blade Runner, libera trasposizione del testo Do Androids Dream of Electric Sheep? – che hanno svelato ad un ampio pubblico lo sguardo potente, acuto e onesto dell’autore di Chicago, e la sua visione di una fantascienza intrisa di tormenti morali e ricerca dal sacro.

Philip K. Dick non ha mai goduto della fama e del successo a cui sono legate oggi molte sue opere. La sensibilità della sua opera ha le radici nei profondi tormenti personali, in una esistenza divisa tra l’apprezzamento immediato del pubblico di nicchia e il disinteresse o disprezzo del grande pubblico, per il quale lo sdoganamento del genere fantascientifico si faceva ancora attendere.

Dal 1951, anno in cui vendette la sua prima storia, al 1982, anno dell’uscita del suo primo grande adattamento nonché della sua morte, Dick visse tra difficoltà economiche e battaglie con ansia e depressione che riversò nella sua ampia produzione; tra mondi paralleli, realtà illusorie, la difficoltà di intendere cos’è reale e cosa è artificiale, e dove tracciare le sottili linee che demarcano l’universo razionale nel quale l’uomo costruisce le proprie fortezze di logica rassicurante: la natura esistenzialistica e filosofica di queste riflessioni eleva Philip K. Dick dalla fantascienza alla grande letteratura universale.

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Ispirato dalle battaglie e dagli incubi di Philip K. Dick, e dalla sua raccolta Dark haired girls, lo spettacolo teatrale di Giordano V. Amato Sempre la belva si scatena per paura (con Diego Coscia, Giulia Marchiaro, Boban Pesov, Giovanna Stella e Lorenzo Tolusso), che inaugura la serata, è un viaggio nella notte del sognatore tormentato. Una esperienza purificatrice dalle ambasce del vivere; una esorcizzazione rituale delle angosce del dormiente; ma anche un richiamo disperato verso l’immancabile luce del mattino e il sollievo che sopraggiunge dopo la notte purificatrice. L’esperienza è viscerale e selvaggia, e costringe a sbarrare gli occhi per guardare in faccia i propri tormenti, ma sempre con finalità terapeutiche.

Flow my tears è una composizione seicentesca del britannico John Dowland, che fu molto cara a Philip K. Dick. La violoncellista canadese di adozione newyorkese Julia Kent intitola proprio così, “scivolate mie lacrime”, il suo concerto-omaggio a Dick, nel quale ripropone brani di vibrante potenza emotiva tratti dal suo quarto album solistico, Asperities; nato in solitudine e intimità nello studio dell’artista a New York, è un lavoro nel quale riverberano emozioni conflittuali e potenti che l’accomunano allo spirito dickiano, e che avanzano, ondivaghe e serpeggianti, come incubi bipolari, dal tormento più oscuro alla salvifica delicatezza.

Questa serata inaugurale si chiude infine con la sonorizzazione a opera dell’artista Gher, di frammenti sonori e visivi raccolti dall’immensa ri-produzione dickiana per il grande schermo, dal capostipite Blade Runner (regia di Ridley Scott e leggendaria colonna sonora di Vangelis) ai più recenti A scanner darkly e Minority report.

L’esperienza Storie di altri mondi prosegue nello spazio teatrale del cimitero San Pietro in Vincoli fino al 2 ottobre, ma l’ISAO festival prosegue ancora oltre, in varie località del Piemonte, fino al 19 novembre (informatevi!).