Il 17 e il 18 settembre Catania ha avuto la sua prima Tattoo Convention, evento che ha ospitato al Palaghiaccio più di 100 tatuatori, nazionali e internazionali; occasione ideale per far conoscere la loro arte e imprimerla ai tanti presenti alle due giornate.
di Emanuela Castorina – La storia dei tatuaggi è una delle più antiche, dall’uomo di Simelaun con le sue incisioni a scopo terapeutico, passando dall’antico Egitto e l’antica Roma, in ogni luogo sulla Terra sono testimonianza di tradizioni delle diverse civiltà, ognuna delle quali attribuisce significati e connotazioni diverse.
In Giappone nascono come segno di ribellione degli appartenenti a ceti sociali inferiori ai quali è imposto il divieto di indossare il kimono, per poi diffondersi per scopi puramente estetici e con valenza sovrannaturale; tra i marinai europei assumono una forte valenza simbolica (le miglia percorse in mare, la forza e l’onore degli uomini), e ancora segno distintivo delle bande criminali e tra gli anni Settanta e Ottanta, lo strumento di ribellione alla mentalità chiusa della società borghese e capitalista canalizzata in modo diverso da bikers, punk e hippie.
Arriviamo ai giorni nostri e ritroviamo l’interesse per il tatuaggio sempre più vivo; a prevalere è per lo più lo scopo estetico tanto da renderlo un fenomeno modaiolo, ma nello stesso tempo è evidente come questa sia una forma d’arte da considerare alla stessa stregua delle altre, e la testimonianza è la Convention dei giorni scorsi.
Percorrendo i quattro corridoi dello spazio allestito per l’evento al Palaghiaccio troviamo un susseguirsi di colori, simboli e immagini dallo stile old school al realistico, dal tradizionale giapponese super colorato ai toni più cupi del nero su bianco, il tutto accompagnato dal ronzio degli aghi e dallo sfilare di ogni esemplare di essere umano. Teschi, draghi, volti, sirene, velieri, rondinelle, samurai. Ce n’è per tutti i gusti.
I cultori, gli appassionati e i curiosi si alternano sui lettini dei tatuatori, sono pochi i momenti di pausa a loro riservati, complice la folta richiesta.
Amanda Toy, tatuatrice genovese, propone uno stile tra il classico e il fiabesco dai colori fluorescenti; Gabriele Mutante di Torino con i suoi tattoo realistici è impegnato a ricoprire di inchiostro il braccio della sua allieva, che da Catania giunge a Torino per imparare l’arte del tattoo. Dalla Finlandia Antti Kuurne propone il tatuaggio mandala con la tecnica del dotwork – linee e punti come opere d’arte -; Momo, tatuatore giapponese, seduto su un enorme futon a gambe incrociate, attira l’attenzione di molti per l’utilizzo della bacchetta di legno anziché dell’ago, i suoi disegni con colori accessi sembrano prendere vita. Elena Scalia di Zona Kaos (studio catanese) lascia per un po’ la sua postazione per avere un tatuaggio di Alice Totemica, tatuatrice di Brescia, e si dice piacevolmente sorpresa dalla quantità di ragazze presenti alla Convention e dalla loro bravura nonostante la giovane età. Sorriso smagliante e look curato in ogni minimo dettaglio appartengono a Miss Kae, Micaela di Cortona. I suoi disegni sono senza dubbio i più originali e mostrano uno spiccato senso dell’umorismo, ago silenzioso e mano delicata come una piuma sono sempre all’opera mentre dice: “Catania mi ha davvero sorpresa, è stata una Convention fortunata per me. Non me l’aspettavo, ho tatuato tanto e ho conosciuto tanta bella gente.” Presenti anche molti studi catanesi: Mutazioni (tra gli organizzatori dell’evento), Zona Kaos, Garage Tattoo, Studio Old Town, Notorious Tattoo e molti altri ancora.
Durante i due giorni della Convention la musica è stata una costante presenza affidata ai vari dj selector catanesi e ai live del rapper catanese Mirko Miro e del progetto Nutype di Dario Aiello.
Nonostante il caldo opprimente, nell’aria si avverte una forte adrenalina, quella che si potrebbe chiamare “adrenalina da tatuaggio”, che dal primo porta a farne un secondo, un terzo, un quarto fino a coprire ogni centimetro del proprio corpo. È una dolce tortura a cui ci si sottopone volentieri per rendersi diversi dagli altri, sfidando le peculiarità fisiche imposte dalla genetica, per proprio volere e proprio gusto. Una vera mutazione di se stessi.
Si dice che per sentirsi vivi bisogna provare sul proprio corpo la sofferenza e il tatuaggio è la testimonianza di questo pensiero.
L’edizione zero della Catania Tattoo Convention è stato un evento ben riuscito, ci si augura che ne segua un’altra il prossimo anno molto più ricca di eventi collaterali legati a questo mondo.
Galleria fotografica a cura di Giuseppe Picciotto.