[REPORT] Afterhours: la musica prima di tutto

Alle critiche sulla sua partecipazione ad X-Factor, Manuel Agnelli sembra voler rispondere coi fatti, anche sul palco. E gli Afterhours sfoderano due ore di concerto a ritmi altissimi. Una prestazione da bomber di razza per il main event musicale di Tutto Molto Bello. 

Mattia Nesto  –  Non ci si è fatti mancare né l’alfa né l’omega per i concerti di Tutto Molto Bello. Già perché se il primo concerto dell’edizione 2016 è stato quello di Calcutta, quindi con un pubblico fortemente adolescenziale, il secondo, ovvero quello di sabato 17 degli Afterhours, è quanto di più solido e maturo (si direbbe “storico”, se non suonasse quasi come una sorta di accusa) si possa avere oggi per la musica italiana cosiddetta indipendente. Infatti gli Afterhours sono oggi “la band” di quel tipo di mondo che, nonostante gli anni passino e le mode cambino, rimangono sempre attuali, sempre sul pezzo, sempre e comunque contemporanei. Gradiente di curiosità in più poi per anche vicende latamente extramusicali. Questa infatti, che era tra l’altro l’ultima data del fortunato tour di “Folfiri o Folfox”, lo splendido album della band milanese uscito quest’anno, era anche la prima occasione, diciamo così “pubblica”, di osservare il leader e frontman Manuel Agnelli dopo “il grande salto” di X-Factor.

Come è noto infatti l’artista brianzolo è uno dei quattro giudici della decima edizione del programma di Sky. Cosa questa che ha fato borbottare più di un purista della musica alternativa che ha subito gridato al “tradimento dei valori etici e morali della musica indipendente”. Non volendoci addentrare in queste questioni di lana caprina o, se si preferisce, sul “sesso degli angeli”, bisogna dire che, ad un’occhiata la più sincera possibile, il passaggio in tv non ha modificato di una virgola l’impostazione sul palco di Agnelli. Agnelli ha infatti sfoderato una prestazione da fuoriclasse, riuscendo a reggere perfettamente uno show di quasi due ore, durante il quale si è ripercorsa buona parte della carriera della band milanese, con grande attenzione nei confronti dell’ultimo album.

E proprio dall’ultimo album sono arrivate le “sorprese” più gradite. Infatti le canzoni proposte da Folfiri o Folfox non hanno minimamente sfigurato rispetto a storici inni come “Non è per sempre o “Male di miele”, anzi. Il pubblico, non soltanto quello più ortodosso dei fan ma anche quello rappresentato da “semplici” appassionati, ha dimostrato di conoscere perfettamente i testi delle nuove canzoni, realizzate con grande maestria da una band che si è presentata con un assetto live piuttosto essenziale, molto più da classica rock-band piuttosto che da “ensamble allargato” come eravamo stati abituati negli ultimi anni dagli Afterhours.

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“Pochi ma buoni” verrebbe da dire osservando le perfette movenze di Roberto Dell’Era al basso, Xabier Iriondo alla chitarra e Fabio Rondanini alla batteria (lo stesso Rondanini, poco prima dello show, è stato premiato dall’Organizzazione di Concert Keep On quale “Best Performer 2016”), si comprende bene il senso di, non solo saper suonare bene ma anche di saper suonare giusto. Infatti nelle trame soniche degli After non c’è mai nulla di ridonante o di troppo: attraverso un’essenzialità “grossa” la band milanese riesce a mettere in piedi uno spettacolo di grandissimo livello. Gli Afterhour non hanno assolutamente bisogno di scenari sfarzosi o giochi di luci o raggi laser, basta la musica, la solenne e sublime musica da loro prodotta per riempire tutta la scena.

Grandi momenti artistici sono stati poi quelli solisti di Agnelli. Ad esempio il concerto si è aperto con una versione acustica per sola chitarra di “Grande” ed anche in altre occasioni il leader ha dimostrato tutta la propria classe, letteralmente incantando il pubblico presente, accorso in gran massa all’Estragon Club (guarda caso completamente sold-out).

Un concerto di altissimo livello, degna conclusione di un tour che ha rappresentato una sorta di rinascita per gli Afterhours dopo i mezzi passi falsi rappresentati da “I milanesi ammazzano il sabato” e “Padania” (che però ad un ascolto più approfondito si scopre essere un grande disco). Lo staff di Tutto Molto Bello perseguendo appunto l’alfa e l’omega non poteva scegliere minori “nomi” per i suoi concerti (senza dimenticare i Tutto Molto Live molto coinvolgenti di Flavio Giurato e di Non Sono Stato Io al Locomotiv). 

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Causa maltempo i concerti sono stati spostati dalla preventivata Arena Puccini appunto all’Estragon.

Nonostante il cambio di ubicazione, lo staff organizzativo ha predisposto dei comodi bus navetta che, partendo da davanti al DLF, portavano gli spettatori direttamente in zona Parco Nord. Un plauso per questo anche se, occorre dirlo per dovere di cronaca, qualche malumore ha suscitato la mancanza di una navetta per il ritorno dal concerto giusto degli Afterhours, fatto questo che ha costretto il pubblico ad un’affannosa corsa in mezzo alla Festa dell’Unità (nel frattempo in pieno svolgimento) per raggiungere l’agognata “fermata del 25” per rientrare.

A parte qualche piccola incertezza organizzativa, Tutto Molto Bello si è confermato, anche per questo show degli Afterhours, un appuntamento da non perdere nella vita culturale ed artistica della città di Bologna. Ci si vede il prossimo anno, forse anche con un nuovo disco degli Afterhours dato che Manuel Agnelli, in chiusura del concerto ha detto: “Grazie di tutto e ci rivedremo, ve lo prometto, ci rivedremo molto presto, molto ma molto presto”. Non trovate che questo sia per davvero tutto molto bello?

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