Nella zona d’ombra di The Leftovers 

Religione e mistero in una delle serie tv più sottovalutate degli ultimi anni: in attesa della terza ed ultima stagione.

di Luigi Affabile  –  The Leftovers è una serie tv necessaria, sebbene per certi versi sottovalutata.  Per capirne il vero significato, bisogna tuffarsi in ogni singolo episodio e lasciarsi trasportare dalle emozioni che nascono, muoiono e poi rinascono nel silenzio della nostra coscienza. La serie è un dramma fantascientifico della HBO tratto dal libro di Tom Perrotta, Svaniti nel nulla” e adattato per il piccolo schermo da quest’ultimo e da Damon Lindelof (già noto a molti per aver creato, prodotto e sceneggiato l’amato/odiato Lost).

“Non ho capito niente…” probabilmente è questa la prima frase che pronuncerete dopo aver visto l’episodio pilota. Ma tranquilli, non sarete gli unici. E’ il non sapere il vero punto di forza della serie. The Leftovers è inspiegabile ma estremamente totalizzante. La sensazione di capire solo a metà, vi intrigherà al punto da rendere impossibile distogliere lo sguardo da ogni singola scena. A onor del vero, la genialità di fondo è proprio quella di mettere lo spettatore al centro del racconto.

In breve: 14 Ottobre 2012. Improvvisamente, il 2% della popolazione mondiale sparisce nel nulla. Mentre alcuni credono che la terra sia in balìa del “Rapimento della Chiesa” (secondo questa dottrina Gesù scenderà sulla terra per portare con se quelli “nati di nuovo”), altri si rifiutano di credere in questo evento mistico, sospeso tra terreno e divino, reale e irreale. Non a caso, fede e scetticismo si muovono sul campo narrativo con la stessa velocità di una pallina da ping pong.

the_leftovers_tv_series-hd

La vera intuizione, risiede nel non dare spiegazioni di questo fenomeno paranormale. 

La storia tocca le vite e si concentra su personaggi che provano a vivere la loro quotidianità cercando di trovare risposte all’inspiegabile e traumatica scomparsa dei propri cari. I riflettori sono puntati sulla famiglia Garvey: il padre Kevin (interpretato da uno straordinario Justin Theroux) un poliziotto perseguitato da strane apparizioni e sogni inquietanti, la moglie Laurie entrata a far parte di una setta chiamata ‘I Colpevoli Sopravvissuti, la figlia adolescente e ribelle Jill e il figlio Tom (primogenito di Laurie, avuto da una precedente relazione).

Tra David Lynch e Stephen King, questa serie esplora l’animo umano e l’oscurità che abbiamo dentro: sacro e profano, bene e male, bianco e nero, urla e silenzi, vita e morte.

In The Leftovers sono presenti tutti punti estremi non lontani l’uno dall’altro, capaci di mescolarsi fino a diventare un’unica entità. 

La regia chirurgica e cruda ci mostra il dolore, l’angoscia e la rinascita di ogni personaggio. Damon Lindelof ha la capacità di tratteggiare in qualsiasi scena la dimensione essenziale del comportamento umano.

Inoltre, le musiche del compositore tedesco Max Richter sono un vero terremoto emotivo, in cui si alternano momenti di tenerezza e di angoscia, sono probabilmente uno dei punti di forza di questa serie. Tra mistero e separazione, spesso la melodia trasforma le scene in opere d’arte, paragonabili ai dipinti di Edward Hopper.

I personaggi di questa serie sono alla disperata ricerca di una via d’uscita. In maniera esasperata e triste cercheranno di costruire la propria identità, combattendo contro la solitudine e i fantasmi del passato. In questa storia tutti sono protagonisti, ogni personaggio fornisce il suo contributo alla narrazione, muovendosi in uno spazio piccolo e intrinseco. 

Una vicenda non certo accomodante e leggera, ma sincera e vera. Senza morale, senza barriere, dove la chiave di lettura è nelle mani dello spettatoreChe tu sia credente o meno, poco importa. Inutile girarci intorno: tutti temiamo di confrontarci con la solitudine. La perdita è qualcosa di devastante e terribile.

The Leftovers ci sbatte in faccia le nostre paure e i nostri difetti, ma di questi tempi, in cui ci si abbandona a qualsiasi cosa pur di restare a galla, è il confessionale perfetto per mettere a nudo le proprie emozioni, senza essere giudicati o condannati. 

Sfiorando il capolavoro Lindelof ci dà l’opportunità di specchiarci e rivederci nelle vite dei protagonisti, mettendo in evidenza le zone d’ombra che asfissiano l’animo umano. The Leftovers ci invita ad aggrapparci alla vita e ad andare avanti… anche senza una meta.

*

*