[REPORT + PHOTO] Ypsigrock: interstellar overlive | Castelbuono (Pa)

 

Giunto alla ventesima edizione, l’Ypsigrock si riconferma tra i festival più sorprendenti d’Europa.

di Maddalena Migliore – Esiste un luogo magico in Sicilia, arroccato tra le Madonie, di nome Castelbuono, dove, ogni estate, da vent’anni a questa parte, gli alieni ritornano in vacanza, pronti a diffondere nell’etere sonorità provenienti da galassie parallele e trasformare per tre giorni il paesino in un contenitore per le arti a cielo aperto.
A catapultarci in questa dimensione surreale è già l’artwork firmato dall’artista americano Justin Mays, in arte maysgrafx: una Venere intergalattica affiora dal mare e ci proietta in un universo psichedelico di musica e visioni.
Che vi si arrivi dallo spazio, attraversando gli scenari desertici dell’entroterra siciliano o surfando sul Mediterraneo, la sensazione è la stessa: quella di un ritorno a casa, dove ritrovarsi dopo un anno, come se il tempo si fosse fermato, per rivivere insieme un’esperienza meravigliosa ed esser parte di un rituale collettivo.
Ma forse i veri alieni sono i membri dell’associazione Glenn Gloud, che hanno avuto il coraggio di portare avanti questo sogno, e tutti ragazzi appassionati e gli abitanti del luogo, che ogni anno contribuiscono alla riuscita di questo miracolo siciliano, ormai divenuto uno dei festival più sorprendenti d’Europa.

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Ad inaugurare la festa, il 4 agosto, è l’Ypsigcamping e il suo Welcome Party, con Weak e i dj resident, PartyZan, al Cuzzocrea Stage, palco dedicato a Stefano, penna fantastica del giornalismo musicale, appassionato sostenitore del festival, vuoto incolmabile, maestro di vita e bellezza.

I concerti del venerdì, all’Ypsi & Love Stage, di Chiostro San Francesco, iniziano con un live poco coinvolgente, de Il Cielo di Bagdad, vincitori, insieme a Yombe e Torakiki, del contest “Avanti il prossimo…”.
A seguire Georgia, interessante progetto musicale della polistrumentista londinese Georgia Barnes, in chiave electro-pop e ricco di contaminazioni.
Per la ventesima edizione si aggiungono nuove location, come il Mr. Y Stage, all’ Ex Chiesa del Crocifisso, che ospita l’esposizione This Is Not A Love Song (TINALS), “ogni cassetta una canzone d’amore illustrata”, e il live di Birthh, dietro cui si celano le sperimentazioni della giovanissima e promettente artista toscana Alice Bisi, tra chitarre acustiche lo-fi ed elettronica; già proiettata sulla scena musicale internazionale, siamo certi che ne sentiremo parlare in futuro.
La timetable si fa serratissima, forse un po’ troppo, considerata la dislocazione dei vari stage e tappe irrinunciabili, come Fiasconaro, Cin Cin bar e l’extra show dei “Giovanotti” in Piazza Margherita, che ogni pomeriggio riarrangiano Battisti.
Brilla di luce propria – in un atrio del Castello volutamente buio – il live di Flavio Giurato, poeta visionario e narratore di rara finezza.
Ad aprire i concerti al Main Stage di Piazza Castello, Oscar, artista londinese dagli accenti britpop, al suo album d’esordio, poco entusiasmante.
Si scivola verso sonorità psichedeliche con gli inglesi The Vryll Society, per la prima volta in Italia, nel segno dell’Ypsi Once, format che collega eventi unici in Italia, capace di riservare sorprese molto interessanti.
Ed ecco i Mudhoney, storica band, pioniera del grunge, che irrompe sulla scena a colpi di chitarre graffianti, ed è subito pogo.
A chiudere la prima giornata, The Vaccines, band tra le più attese dal pubblico.

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Mudhoney

Sabato, la solita tempesta si abbatte su Castelbuono, ma fa parte del gioco e gli ypsini ci sono ormai abituati; slittano i concerti pomeridiani, previsti al Chiostro, con Loyle Carner in apertura al Main Stage e Yombe, il pomeriggio successivo, al Mr. Y Stage, dove, Federico Albanese, al piano, incuriosisce il pubblico con le sue sonorità post-rock.
Protagonisti della seconda serata all’ Ypsi Once Stage, di Piazza Castello, i Niagara, duo torinese, nato dalle sperimentazioni di Davide Tomat e Gabriele Ottino, che trascinano il pubblico con una straordinaria performance e ci si ritrova a surfare sui flutti d’improvvisazioni e campionature elettroniche, verso un “IperOceano” virtuale.
In sostituzione del concerto dei Kiasmos, annullato a causa di un incidente, si esibiscono i Grandbrothers, interessante duo sperimentale, al suo album d’esordio “Dilatation”.
Grande confusione musicale per i LUH (Lost Under Heaven), che saltano dal rock alla techno, in un marasma che non convince.
Infine, dopo un lunghissimo cambio palco, e nel bel mezzo di una tempesta incalzante, gli attesissimi Crystal Castles, con la nuova vocalist Edith Frances, trasformano l’intera Piazza Castello in una grande dance floor.

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Crystal Castles

Fuoriclasse assoluti, i Giant Sand, travolgono, col loro rock desertico, il pubblico dell’Ypsi & Love Stage, domenica pomeriggio, in un live fenomenale che resterà negli annali. La storica band, ha infatti annunciato che questo sarà l’ultimo tour e l’ultima data in Italia, dopo trent’anni di onorata carriera, e anche questa è la magia dell’Ypsig.
Dal Chiostro alla Chiesa, passando per le vie di Castelbuono insieme alla banda di paese, si scivola verso altre galassie, sulle onde dream pop di LIM (Less Is More), il minimalismo è la chiave, le atmosfere si fanno oniriche, complici i suggestivi visual che accompagnano la performance.
Grandi live per l’ultima sera del festival, col rock dei Minor Victories, che rapisce e carica il pubblico, seguito dalle Savages, in tour col nuovo album “Adore Life”, bestie da palcoscenico post-punk, si sono esibite in uno spettacolo coinvolgente, reso ancora più scenografico dai pindarici stage diving della carismatica cantante Jenny Beth.
A chiudere la ventesima edizione dell’Ypsigrock i Daughter, con le loro atmosfere malinconiche, che incantano e travolgono, in un eccesso di emozioni a cui non scampa neanche Elena Tonra, voce e chitarra del gruppo.

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Savages

I riflettori si spengono ed è già nostalgia, per questo festival meraviglioso, che cresce bene e noi con lui. E nell’attesa della prossima edizione, non resta che goderci le splendide esperienze e scoperte, che come ogni anno, l’Ypsig riesce a regalare.

Galleria fotografica a cura di Corrado Lorenzo Vasquez.