[REPORT] Kind of Bill: il commosso tributo di Dado Moroni a Bill Evans | Casa del Jazz

Nella cornice del parco della Casa del Jazz, il  trio Dado Moroni, Eddie Gomez, Joe La Barbera hanno fatto rivivere la magia e lo splendore delle note dell’inconfondibili “Bill Evans Sound”. 

di Gianni Rossi  –  Che la città di Roma non stia vivendo uno dei suoi periodi migliori non è un segreto per nessuno. I vari scandali giudiziari e l’incertezza per l’elezione del nuovo sindaco hanno creato nella Capitale un generalizzato clima accidioso nel campo delle iniziative culturali. Per questo è da accogliere con vero giubilo il ritorno di Summertime, la rassegna estiva di concerti tenuti nello splendido parco della Casa del Jazz. Ad iniziare il ricco programma del festival è stato l’omaggio che il pianista ligure Dado Moroni ha dedicato al suo illustre e scomparso collega Bill Evans. Ad accompagnarlo sul palco due straordinari musicisti, Eddie Gomez al contrabbasso e Joe La Barbera alla batteria.

La scelta di questi due non deve essere stata affatto casuale se ricordiamo che Gomez ha suonato per ben undici anni con Evans e La Barbera ha fatto parte del suo ultimo trio, e Kind Of Bill oltre ad essere il titolo di questo omaggio e anche un brano di sua composizione. Nel contesto bisogna anche aggiungere che l’estetica dell’indimenticabile pianista americano non è pienamente comprensibile all’infuori della sua concezione del trio. Prima di lui questa formazione prevedeva un pianista prima donna che dettava ritmi ed armonie e due accompagnatori, spesse volte eccezionali, ma sempre con un ruolo subalterno. Con Bill Evans tutto cambia. Egli esigeva una collaborazione che andasse al di là del mero sostegno ritmico. Batteria e contrabbasso avevano l’obbligo di dialogare e interferire con contrappunti armonici di pari livello alla delicatezza e purezza del suo suono.

Come scrisse il giornalista Lewis Freedman:

“Bill Evans non hai mai suonato una frase perché era carina o semplicemente interessante…quello che esce fuori da ogni nota scelta è la volitiva necessità di esplorare, di prendere dei grossi rischi, di trovare una soluzione ai conflitti che si nascondono anche nel tema musicale più innocente”.

Dado Moroni è intelligente e bravo a riproporre nella loro pienezza le lunghe frasi “evansiane” dense di ponderatezza e misura ma che non dimenticano mai la propria dolcezza nel forte. Gomez in tutti questi anni non ha perso il tocco. Si conferma ancora virtuosa e brillante la sua tecnica al contrabbasso dove i suoni leggermente velati scortano con eleganza l’evolversi nell’acuto.

Joe La Barbera affascina per la sua efficacia e precisione. La scaletta, accuratamente scelta, ha evitato di proporre dei grandi standard jazzistici e ha dato risalto a quelle composizioni forse più amate di Evans, quali SolarMy foolish heart e Turn Out the star. Moroni è stato anche abile ad intrattenere il pubblico con dei divertente aneddoti su come il musicista del New Jersey abbia influenzato profondamente la sua vita artistica e anche quella della vita privata. L’unica pecca in una serata altrimenti perfetta è stato un continuo cigolio dovuto ad un non giusto allineamento del pianoforte sul palco che in alcuni momenti ha disturbato l’acustica.