Unica data italiana per i Disclosure al Mediolanum Forum di Milano organizzata da Vivo Concerti: l’eclettico mix di house e pop dei fratelli Lawrence funziona anche live. If you’re not dancing something is wrong.
di Erika Fiumi – Una serata di metà febbraio a Milano, pioggia cliché e un’interminabile fila di ragazzi all’uscita della metro di Assago. Il Mediolanum Forum è pronto a trasformarsi in un mosaico di persone: dal parterre alle tribune, ovunque si sposti lo sguardo si fatica a trovare uno spazio vuoto, un tassello mancante. Sono tutti qui per loro, per i fratelli Lawrence (classe ’91 e ’94), che al giro di boa dei vent’anni si sono ritrovati dritti dritti al primo posto della UK Albums Chart col loro debut “Settle” (2013). Dopo l’opening act di Pomo, giovane dj canadese che ha accompagnato i Disclosurenell’European tour, calano le luci e cresce l’hype. L’ouverture è affidata alla super catchy just noise “White Noise”, mentre i due fratelli iniziano a destreggiarsi dietro alle loro postazioni letteralmente accerchiati dagli strumenti, due astronavi a contorno led con synth, piatti e drum machine al posto dei comandi. Dietro di loro, i visual ipnotizzano con geometrie colorate, onde blu seguite da tratteggiati fuochi d’artificio pronti a scoppiare sulle note di “Magnets”. I pezzi in featuring, da sempre protagonisti nei dischi dei Disclosure, hanno forse l’unico difetto di perdere un po’ di calore nelle performance live. Peccato, soprattutto perché i due fratelli se la cavano benissimo anche col canto, ne sono la prova pezzi come “Jaded” o “F For You”. Ma la medaglia ha sempre due facce, me lo ricordo chiaramente quando parte “Nocturnal” e sentendo la voce di The Weeknd, non importa se in base, mi viene subito voglia di andare a sentire Rihanna a San Siro anche solo per il suo live di apertura. Intanto sul palco è una giostra di strumenti, è tutto nelle loro mani, dalla sezione ritmica a basso e chitarra.
Lo show, iniziato con lo spirito pop delle hit che hanno scalato le classifiche mondiali, prende un’altra piega verso metà concerto, da “Bang That” s’incomincia a ballare sul serio su ritmi più sostenuti. I bassi si fanno profondissimi e le luci scaricano tutto il loro colore per rinascere strobo, “When A Fire Starts To Burn” finisce di essere soltanto un titolo e diventa la vera e propria attitudine del momento, poi fa capolinea “Holding On”. Per l’encore la sorpresa è Brendan Reilly, al microfono per “Moving Mountains”, e la fine non poteva che essere una: “Latch”. Il successo commerciale dei Disclosure è il risultato di un eclettico vestito di produzione house, cucito addosso a canzoni dall’anima pop, un’alchimia intelligentissima col superpotere di attrarre a sé un pubblico estremamente ampio. Ci si balla sopra canticchiando e certi temini restano in testa per giorni, per quanto “Caracal” sia meno incisivo rispetto al primo album, pare proprio che la ricetta continui a funzionare perfettamente.