Dio è morto ma Son Goku no. Un “omaggio nietzschano” all’eterno ritorno? Abbiamo visto l’incipit del nuovo attesissimo Dragon Ball.
La sigla di Dragon Ball Super
di Mattia Nesto – Preambolo. C’era una volta un pomeriggio caldo, in un campetto con poca erba, tanta terra e qualche sasso. Quattro ragazzi che corrono, blandamente dietro ad un pallone. Si fermano, stremati dalla calura e da una preparazione fisica già in dubbio, nonostante frequentino le medie. Uno inizia a parlare: “Ma lo avete sentito Freezer? Ha detto che lui sta usando soltanto il 70% del suo potere! Questo vorrà pur dire qualcosa no?”. Un altro, dopo aver bevuto ad una fontanella pericolosamente vicina ad un edificio con il tetto in eternit, risponde: “Che stai dicendo? Goku è un Sayan e ogni volta che un Sayan rischia la vita e recupera le forze, diventa molto più potente. Quindi aria, Freezer non ha scampo!”. La discussione va avanti per un po’ e poi, quello che un giorno si laureerà brillantemente in Medicina e Chirurgia, taglia, “scientificamente”, di netto la conversazione: “Poche balle. Freezer può sopravvivere anche nello spazio aperto, Goku no. Se Namecc viene fatto esplodere, non c’è Super Sayan che tenga”. Previsioni veritiere o meno, questa conversazione, con qualche piccola modifica, l’avremmo potuta sentire nella Grecia Antica con al posto di Goku per esempio Eracle o Giasone, nella Francia del Medioevo con al centro del contendere Rolando o Lancilotto ed infine nell’Italia umbertina con protagonista Mazzini o Carlo Pisacane.
Questo per dire che Dragon Ball, ed almeno in Italia più l’anime del manga, ha, volenti o nolenti ed hipsterismi a parte, segnato profondamente intere generazioni di ragazzi. Noi il concetto di amicizia, la logica del “non arrendersi mai” e lo spirito un po’ nicciano un po’ ulisside del “superare i propri limiti” non l’abbiamo letto sui libri di scuola, ma ce lo ha insegnato sua maestà Akira Toriyama. Logico che, a distanza di 18 anni dall’ultimo episodio dello sfortunato Dragon Ball GT, il ritorno della balotta di Goku non ci può lasciare indifferenti.
Alzate le mani: qui non siamo ad Ibiza, ma ne va della salvezza della terra. Kakaroth ha ancora bisogno di voi per la sfera Genkidama!
La nuova serie si chiama Dragon Ball Super ed è stata lanciata dal canale giapponese Fuji Television il 5 luglio 2015 e tradotta quasi immediatamente anche in italiano. Da un punto di vista di continuum narrativo, le vicende trattate si inseriscono immediatamente dopo la fine dello Z, ovvero all’indomani (per meglio dire qualche mese dopo) della sconfitta di Majin Bu, nella sua versione “cattiva” di Kid Bu, ad opera di Goku, coadiuvato da Vegeta e da quel baffone di Mister Satan. Ovviamente, quando la pace regna sulla Terra, gli episodi ne risentono.
Ovviamente, quando la pace regna sulla Terra, gli episodi ne risentono.
Chi non ricorda con verde orrore l’assurdo episodio 125 di Dragon Ball Z, intitolato “Scuola di Patente” nei quali vediamo Goku e il suo amico Piccolo/Junior intenti a prendere la patente di guida? Per esigenze puramente commerciali, ovvero per “allungare il brodo” e far durare di più la serie, venivano aggiunti episodi secondari, di vita “normale”, che si rivelavano degli obbrobri assoluti, anche se oggetti di culto per i fan più accaniti. Ahinoi la prima puntata di Dragon Ball Super, nonostante l’attesa ci abbia reso tutti un po’ più teen di quello che (oramai) non siamo, si inserisce proprio in questo filone, visto che vediamo Goku che coltiva con scarsi risultati un campo, Gohan che continua la sua relazione con Videl (sempre più carina va detto!) e Goten che tenta, senza riuscirci, troppo di non fare arrabbiare mamma Chichi. Da ricordare anche un Mister Satan tirato a lucido e vestito come un cantante afro di un gruppo funky che tenta al contempo di mantenere il suo ruolo di “Campione Assoluto del Mondo e dell’Universo” e di non far irritare troppo Mister Bu (il Majin Bu in sovrappeso) che “purgato” della sua parte malvagia, ora vive di fatto insieme al campione terrestre. Certamente è soltanto la prima puntata, ma non si può dire che la serie sia iniziata col botto.
Molti storcono il naso anche a livello grafico, dal momento che disegni si uniformano ad un qualsiasi anime di oggi.
Il mini-trailer.
Molti storcono il naso anche a livello grafico, con i disegni che sono molto più simili ad un qualsiasi anime di oggi, piuttosto che essere fedeli a quello stile un po’ grezzo e rock&roll di Dragon Ball eDragon Ball Z, che fu uno dei motivi alla base della sua fortuna (e della sua facilità di riproduzione, visti i miliardi di scarabocchi, disegni e disegnini sui quaderni degli studenti di mezzo mondo). Va detto che, stante la sigla, una parte dell’episodio ed anche il film del 2014 Dragon Ball Z: La Battaglia degli Dei, l’antagonista per i terrestri sarà incarnato da Bills, una sorta di felino antropomorfo (che ricorda un po’ una divinità egiziana) che, essendo un dio maligno, è solito, come passatempo, a distruggere mondi e galassie. Non sappiamo ancora bene di quali potere il felino sia dotato, ma si sa che per fronteggiarlo Goku, come da tradizione, dovrà superare il limite del Super Sayan 3 (esatto, quello con i capelli lunghissimi e sorprendentemente simili a dei caschi di banane). Una cosa certa è la damnatio memoriae per la serie GT, che non verrà presa in considerazione: quindi scordatevi il pelossissimo “roscio” Super Sayan di Quarto Livello, l’insopportabile Pan e compagnia cantante. Naturalmente, al netto delle critiche, saremo curiosi di continuare a vedere questa serie, ben consci che il passato non ritorni. Anche se, ne siamo convinti, ci fosse stato Goku ai tempi di Nietzsche l’incendiario pensatore tedesco sarebbe stato ancora più convinto della sua teoria sull’eterno ritorno dell’uguale.