Todd Haynes dirige in maniera pressoché impeccabile due attrici in stato di grazia.
di Giulia Scabin – Carol è una storia d’amore. Il film, situato nella New York dei primi anni 50, racconta un percorso di crescita e scoperta di sè attraverso l’altro, al di là dei generi, delle regole e delle convenzioni. Le amanti sono l’affascinante e irresistibile Carol (che dà nome al film), con una figlia piccola e un divorzio in corso, e la giovane, dolce e talentuosa Therese, che Carol chiama “la ragazza venuta dallo spazio”. La costruzione del carattere e dello sviluppo dei due personaggi è un capolavoro, e le interpreti Cate Blanchett e Rooney Mara sono assolutamente magnifiche e padrone dei loro ruoli. Vivendo il percorso soprattutto attraverso gli occhi di Therese, ci rendiamo conto di attraversare le fasi universali dell’innamoramento. La situazione iniziale, stabile e tranquilla ma in parte insoddisfacente, viene rotta dall’arrivo di qualcosa di inaspettato, che suscita interesse, curiosità e voglia di rischiare. La protagonista cederà a questa curiosità, e per un po’ riuscirà ad essere davvero felice, senza rendersi conto del dolore che la aspetta dietro l’angolo.
[quote]Ciò che Haynes vuole trasmettere (riuscendoci alla perfezione) è la sensazione prima della logica, l’emozione prima del ragionamento, mostrando la meraviglia e la totale innocenza dell’innamoramento.[/quote]
Le storie d’amore riguardano la conquista del soggetto, che si trova in un continuo stato di vulnerabilità, e ciò che accade a Carol e Therese le muove in una serie di eventi che cambieranno entrambe. Il lungo ed intenso intreccio di sguardi, i movimenti dei corpi, la costruzione degli spazi, rendono il primo incontro tra le future amanti una sequenza assolutamente perfetta, dotata di una tale dolcezza e un tale carico emotivo da far venire letteralmente i brividi. Ciò che Haynes vuole trasmettere (riuscendoci alla perfezione) è la sensazione prima della logica, l’emozione prima del ragionamento, mostrando la meraviglia e la totale innocenza dell’innamoramento. Si può essere registi tecnicamente perfetti, ma questo non conta nulla se il film funziona soltanto cerebralmente e non emozionalmente.
[quote]L’amore di Carol non è presentato in modo particolare in quanto amore tra due donne, ma semplicemente come amore tra due persone.[/quote]
Carol non è un film di denuncia, non è un film femminista, è un film che parla dell’essere umano e delle sue emozioni universali. Haynes ha già affrontato il tema dell’omosessualità (Velvelt Goldmine) e si è già focalizzato sulla figura e la posizione sociale della donna (Lontano dal Paradiso, Safe) esplicitando una certa visione del mondo e della società, ma ciò che caratterizza il suo modo di affrontare determinati temi è il fatto di rappresentarli come questioni proprie della natura intima dell’essere umano, uomo o donna, eterosessuale o omosessuale. L’amore di Carol non è presentato in modo particolare in quanto amore tra due donne, ma semplicemente come amore tra due persone.
Impossibile non lodare la fotografia, di una bellezza fuori dal comune (il film è stato girato in pellicola, senza postproduzione digitale), che predilige luce naturale e grandangoli anche nei primi piani, amplificandone la dimensione emotiva. Nonostante le mancate candidature agli Oscar come miglior film e miglior regia (assurdo), Carol è un gioiello creato da qualcuno che dimostra un profondo amore e rispetto per il cinema, affrontandolo con una sensibilità e un’autenticità straordinarie. La scena finale chiude il cerchio con un ultimo lungo ed intenso intreccio di sguardi tra le due protagoniste: un cerchio praticamente perfetto.
Qui potete trovare la lista completa dei film e delle rassegne in programmazione al Cinema Massimo di Torino, che ringraziamo per la disponibilità.