Il soundtrack dei Golden Globes 2013

di Isabella Parodi – Come ogni anno, gennaio scalda il palco degli Oscar con i prestigiosi Globi D’oro. La settantesima cerimonia dei Golden Globes non passa di certo inosservata: c’è chi coglie l’occasione per fare outing, c’è l’ex presidente-scandalo che aizza una stucchevole standing ovation e.. sì, ci sono anche i film.
La giuria che tira le somme della produzione televisiva dell’anno non è nuova a critiche pesanti: metodi di valutazione non condivisibili, ingiustizie, assurdità. Una versione un po’ esagerata degli Oscar (possiamo concedercelo), troppo spesso influenzati da perbenismo made in Usa o da scelte che puzzano tanto di politica.
Non stupisce la doppia vittoria dell’Argo di Ben Affleck, dunque: interessante, ma non abbastanza da sovrastare cose ben più belle. Più sconcerto per il parziale silenzio su Zero Dark Thirty. La cattura di Bin Laden avrebbe dovuto far scendere più lacrimoni patriottici come già per l’ex vittorioso The Hurt Locker (sempre della Bigelow).
Sul fronte musicale, possiamo tirare sospiri di sollievo. Les Miserables è la miglior commedia, grazie alla magistrale trasposizione cinematografica di Tom Hooper, già distintosi per Il discorso del re un paio d’anni fa: non si rimpiange il palcoscenico a quanto pare, in questa versione di celluloide del musical tratto dal capolavoro di Victor Hugo, mai recitata e sempre cantata, come una vera opera lirica. La combinazione di canto e armi prettamente cinematografiche per rendere tutta la tragicità dei moti rivoluzionari (fotografia, effetti speciali) raggiunge livelli di coinvolgimento emotivo di rara perfezione, mentre gli attori principali (Hugh Jackman e Anne Hathaway) si portano a casa il premio e aspirano all’oscar. Unica pecca, forse, la scelta obbligata delle canzoni in inglese, che a dirla tutta un po’ stonano con il tipico scenario da vive la France.
Tra le canzoni spicca Suddenly, cantata da Jackman e candidata anche agli Oscar, che si fa però soffiare il globo d’oro (come prevedibile) dalla Skyfall di Adele, canzone originale dell’ultimo 007 e regina indiscussa delle radio da mesi. Con quei toni dolcemente dark non poteva che vincere, anche perché le altre avversarie non lasciano di certo di stucco.
Sul podio delle colonne sonore I Miserabili non possono giustamente avere accesso, e la vittoria finisce dritta in mano a Mychael Danna, autore delle musiche di Vita di Pi. Il compositore canadese (dal curriculum notevole, dove brillano le musiche di Little Miss Sunshine), partorisce ben ventotto tracce: le prime sono certamente debitrici di uno stile ritmico tipicamente indiano, che fortunatamente non ha nulla delle cantilene melense dell’area Punjab; le altre seguono diligentemente le derive filosofiche e spirituali del film e accompagnano il protagonista e la sua tigre del Bengala sull’oceano, cullandoli dolcemente o con violenza, come il mare su cui viaggiano. Un soundtrack notevole, che finisce per perdersi (ma non per demerito) nello splendore della fotografia di Claudio Miranda, l’opera visiva più spettacolare che per ora l’occhio umano ha concepito.
Non resta che attendere quindi il verdetto supremo degli Academy Awards, e vedere quanto le previsioni dei Golden Globes ci hanno azzeccato. Ogni giudizio di OUTsiders è rimandato.

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