Consigli letterari di maggio

Novità, riscoperte, rarità. La breve selezione letteraria – fatta pensando proprio al concetto di “outsiders” – privilegia le realtà maggiormente propense a stuzzicare l’interesse di un lettore onnivoro e curioso, magari desideroso di avventurarsi in qualche azzardo letterario… A cura di Alessio Moitre. 

Debbo dirlo, è un maggio promettente. Pubblicazioni intriganti stanno giungendo sugli scaffali delle librerie. Un paio da consolidare tramite lettura ed al massimo accettare, se il lettore fosse di altre vedute. Cinque titoli che hanno nella particolarità una loro grande forza. Alcuni di stampo lieve, altri decisamente drammatici. Eppure in questo mese bizzoso, mi pare che certi testi siano stati studiati con strategia dalle case editrici, che hanno avuto tempo anche d’osservare il clima generale del paese.

Alberto Cavaglion, “Decontaminare le memorie”, Add editore

Memoria tramandata, memoria presente, memoria fisica. Il testo di Cavaglion parte da una parola che pensiamo necessaria e che si ripete sovente ma che ha l’innata irragionevolezza di chi la propaga. Il pensiero contiene scorie, pregiudizi, stereotipi e ignoranza, persino. Il termine decontaminare è assolutamente azzeccato ma è di una così complessa condizione che si stenta a mettere in atto. Ma è corroborante che lo si faccia. Ma chi parte per primo? E soprattutto, è una fonte affidabile? Bei problemi, sentenziati dai giudizi di ognuno.

Augusto Frassineti, “Tre bestemmie uguali e distinte”, Italo Svevo edizioni

Nel mese precedente il caso di Enrico Emanuelli, ora tocca a Frassineti, un’ennesima sbavatura che la critica attuale cerca di ripulire. Augusto è autore non per tutti. Il linguaggio è in fondo giocondo, il lessico ricercato ma non escludente, lui uomo del suo tempo, assorbitore d’incontri e di progetti, era uno scrittore ricco d’iniziativa e di ottime intenzioni ma l’intellettualità alle volte è proprio stronza e ti emargina. Mancato negli anni novanta, non ha ottenuto il valore che oggi gli si riconosce. Oltre a questo titolo, da ricercare come un cane da trifola: “Misteri dei ministeri”. Un cult, per davvero.

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Flannery O’Connor, “Un brav’uomo è difficile da trovare”, Minimum Fax editore

Giusto riproporre Flannery O’Connor. La Minimum Fax aveva già osato nel 2019 con: “Un ragionevole uso dell’irragionevole”, raccolta di saggi, scritti e considerazioni sulla scrittura a firma sempre dell’autrice americana, sorta nel profondo Sud degli Stati Uniti, sezionata per il suo razzismo sociale ma mai abbeveratasi per davvero alla fonte della lotta razziale. Dieci racconti riuniti in un libro che serbano sorprese ma che per gli amanti del genere, sono imprescindibili.

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Lewis Carroll, “La caccia allo squarlo”, Orecchio Acerbo edizioni

Si torna sempre, prima o poi, da Lewis Carroll. Pare un istinto introiettato da piccolissimi. Solo però Orecchio Acerbo poteva amplificarne ulteriormente la validità con un testo davvero fantastico: “La caccia allo squarlo”, impreziosito dalle illustrazioni di P. Newell e C. Ghigliano. Tanta roba, come parlato giovanile ma non più tanto contemporaneo, sosteneva una volta. Una chicca che non può che illuminare la giornata dei bibliofili.

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Zehra Dogan, “Prigione numero 5”, Beccogiallo editore

La Dogan è prima di tutto attivista, intellettuale, giornalista e donna curda che ha patito una condanna di più di due anni di carcere per un disegno pubblicato raffigurante la distruzione della città di Nusaybin a causa della lotta tra forze di sicurezza e combattenti curdi. I suoi disegni, dal carcere e non, costituiscono un percorso letterario ed artistico di estrema rilevanza che solo una pubblicazione come quella di Beccogiallo poteva restituire. Una testimonianza di rigore morale che non può che far bene al nostro paese. Direi un occasione per dedicarsi un momento di riflessione in immagini e parole.

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