[INTERVISTA] Ricorda gli accordi dei Fanoya

 Synth-pop quanto basta e eccezionalmente capaci, anche a livello sonoro, di raccontare il tempo presente, i Fanoya sono una delle nuove proposte più interessanti in circolazione. E, a pochi giorni dal lancio del loro primo singolo, non potevamo fare altro che raggiungerli per un’intervista in esclusiva.


_di Mattia Nesto

Come nascono i Fanoya?

Siamo amici da tempo, da tantissimo tempo dato che siamo cresciuti insieme anche se poi la vita ci ha portato a vivere in città diverse. Però abbiamo sempre continuato a frequentarci e a condividere le nostre passioni che, neppure a farlo apposta, poi erano suonare e fare musica. Un paio di anni fa ci siamo visti e abbiamo deciso di provarci, di provarci seriamente a fare i musicisti (anche se, in realtà, è da quindici anni che scriviamo canzoni insieme!). E allora, partendo proprio da questa base “storica” di pezzi, abbiamo lavorato al progetto e ci siamo fatti prendere la mano dato che sono nate tantissime canzoni. A questo punto ci abbiamo lavorato ancora e abbiamo selezionato le nove che poi daranno vita all’album.

Il vostro singolo (e presumo anche album) è stato curato da un team d’eccezione, ovvero quello di Indigo Music (capitanato da Fabio Rizzo, che si è già occupato dei precedenti lavori degli Eugenio in Via di Gioia, Dimartino, Carnesi) Donato Di Trapani, nuovo tastierista di Paolo Nutini: come è andata?

La scelta del produttore artistico non è stata semplice, anzi, perché si tratta di “consegnare le chiavi di casa” a qualcun altro. Tuttavia con Fabio è stato quello che si può definire “amore a prima vista”. Con lui si è creata subito quell’empatia giusta e gli abbiamo consegnato i nostri pezzi, che erano già parzialmente lavorati e musicati, ma solo a livello preliminare e di pre-produzione. Fabio ci ha invitato per due mesi a Palermo, facendoci sentire a casa e lavorando in maniera serrata. Anche l’aiuto e il supporto di Donato Di Trapani è stato fondamentale e dobbiamo davvero ringraziarlo. In fondo non siamo ragazzini di primo pelo, abbiamo già avuto esperienze pregresse come turnisti
quindi volevamo fare le cose per bene!

Chiaro ed evidente poi che non possiamo proprio non farvi una domanda su Haruhiko Yamanouchi che è il grande protagonista del vostro primo video tratto dal singolo “Ricordi gli accordi”…

Non volevamo per il nostro video il solito ragazzetto indie fumato, volevamo un volto, prima ancora che un attore, che parlasse da solo. È Yamanouchi lo era e il regista del video, Gaetano Narducci, aveva proprio l’idea del signore giapponese con uno squadro enigmatico, colmo di rassegnazione e stanchezza, in grado di portare il peso sulle spalle della canzone. Dopo un po’ di incontri, dato che Yamanouchi voleva capire alla perfezione il progetto, siamo partiti ed è stato eccezionale. Avere a disposizione un attore del suo calibro è per noi stato fonte di grandissimo orgoglio e il risultato è evidente.


Che canzone è questa, come è nata?

È nata in un bar di Milano, guardandosi intorno. Quindi parlando del tempo presente diciamo così. Poi per quanto riguarda la parte musicale c’è la passione per i synth, che è fortissima e evidente, ma anche per gli strumenti più “fisici”, quindi una commistione di due nature che speriamo si siano integrate alla perfezione.

Ci potete dire qualcosa in più sul vostro prossimo, primo, album?

Volevamo raccontare quello che tutti quelli che della nostra età hanno davanti: ovvero aperitivi, precarietà , di app d’incontri e di cibo da asporto, stile Just Eat. E la musica ricalcherà quella del nostro singolo, con qualche novità e guizzo. Ci auguriamo davvero piaccia e piaccia molto, perché noi ci abbiamo lavorato tantissimo. Oltre a ciò c’è anche un sostrato di dolce malinconia in cui è anche bello crogiolarsi.

Negli ultimi, secondo voi, a livello di musica italiana e internazionale quali sono stati i dischi
imprescindibili?

Diciamo che ci piacciono i progetti fatti bene, quelli dove si sente forte l’impronta dell’artista. Quindi da Bon Iver ai Tame Impala o gli Arcade Fire, per dire, senza poi dimenticare invece l’Italia dove stiamo assistendo ad un vero e proprio rinascimento musicale. Sta tornando molto il connubio tra classico e elettronico, senza mai scordarsi di Vasco, Dalla e Graziani, vere e proprie stelle polari. Insomma Calcutta da un lato e Dalla dall’altro e via andare!