Le nostre pizze preferite a Torino

Se si fa in quattro per renderti felice, è una pizza. Ecco il nostro personale “pizzino” torinese. Scegliere è difficile, dunque l’elenco è in continuo aggiornamento. 


_di Elisabetta Galasso

Rotonda, a tranci, a spicchi a fette, da passeggio, a tavola o fuori casa, la pizza è l’alimento universale per definizione. Un disco festoso che non è solamente un impasto di acqua e farina, bensì un simbolo e un rito della convivialità italiana. Parlare di pizza è più difficile di quanto si pensi, per questo, la nostra è una guida variegata, pronta ad accontentare qualsiasi tipo di palato.

Bricks

In pieno centro a Torino, da Bricks, mattone su mattone si costruisce una tonda equilibrata nell’impasto e armoniosa nei sapori. Le mani sono quelle di Liviu Ceoflec, mentre la consulenza è affidata al giovane Stefano Vola, (pizzaiolo che si è già fatto conoscere a Santo Stefano Belbo con la sua “Bontà per tutti”) premiato dalla Guida Pizzerie d’Italia del Gambero Rosso 2018 come uno dei migliori pizzaioli emergenti.

C’è una maniacale attenzione per le materie prime, a partire dall’impasto, se ne possono scegliere infatti diversi, consigliamo di scegliere l’impasto Sapori Antichi con khorasan, farro monococco e segale, sentirete che croccantezza in bocca! Il resto poi, lo fa il condimento, da quello più classico a quello più rivisitato. Si va da una pizza piuttosto classica con pomodoro, olive taggiasche, basilico, prosciutto crudo, scaglie di grana e burrata in uscita, alle focacce gonfie e saporite, alle pizze gourmet, in otto spicchi, fra cui quella con le cime di rapa e l’immancabile salsiccia di Bra rigorosamente cruda.

Dove? Via San Francesco da Paola,46

Libery

Libery è il regno di Fabrizio Marzo, detentore da tempo dei tre spicchi della Guida Gambero Rosso. La pizzeria è situata in una via poco trafficata a due passi dalla stazione Porta Nuova e dallo chic quartiere Crocetta. La bellezza si sa, ama nascondersi, infatti il locale è volutamente un po’ nascosto, ma appena varcata la soglia, ci si immerge negli odori e nei sapori di una pizza che ha fatto della sua semplicità e genuinità, il suo marchio di fabbrica.

Una delle poche pizze in città che si esprimono in un impasto lievitato a regola d’arte, di grande digeribilità. La cucina asseconda il ritmo delle stagioni attingendo a fornitori fidati (indicati in carta, a partire dall’Angolo dei Sapori, da cui arrivano frutta e verdura). Si va dunque dalla semplicità di una Margherita, alla Claudia con pomodoro, datterini, peperoncino, melanzane e parmigiano fuori cottura, senza dimenticare la Mary (con condimento a sorpresa a seconda della disponibilità), dalla Marsigliese con pomodoro, fiordilatte, gorgonzola e cipolla, alle focacce alle erbe o al lardo di Arnad.

Dove? Via Legnano, 14

 

Napples

Questo locale racchiude in sé la storia di Salvatore Riccio. Un napoletano emigrato in America che ha fatto fortuna con la sua verace pizza napoletana all’inizio del Novecento, aprendo una pizzeria a New York. Napples dunque non è solo una pizzeria, ma il tentativo di far rivivere la fatica e i successi di quel Salvatore che da Napoli prese il “vapore” che va in America. Se volete saperne di più su questa storia, è proprio il caso di assaggiare la pizza di Napples: bassa e con il cornicione alto, che a volte, può essere ripieno di dolcissima ricotta campana. Golosa e sostanziosa, accompagnata dagli immancabili fritti partenopei.

Dove? Via Sant’Anselmo,36

Sestogusto

Quando andare a mangiare la pizza diventa una vera e propria esperienza culinaria, si può sicuramente dire con fermezza, anche a occhi chiusi, che desideriamo essere coccolati dalle sapienti mani di Massimiliano Prete, collezionista di spicchi del Gambero Rosso già per la sua pizzeria “Gusto Divino” a Saluzzo, un progetto che ha voluto estendere anche in città. La filosofia della sua pizza contemporanea e contaminata rimane immutata in questo locale. La creatività è la chiave del modo di “impastare” di Prete. Il menù sembra un libro d’arte dove i vari impasti disponibili, dal classico al Pizz’otto, otto spicchi di bontà, dalla pala, al Gusto Autentico, ottenuta per idrolisi, creano delle magnifiche tele che vengono poi dipinte con condimenti straordinari. Si consiglia la degustazione per assaggiare i vari impasti proposti, fidatevi che sarete indecisi sullo scegliere quale sia il più sfizioso, ricco e appagante al palato.

Dove? Via G.Mazzini, 31a

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Pizzium

Vicinissimo a Piazza Vittorio, uno dei luoghi per eccellenza della movida torinese, di recente apertura, Pizzium nasce dal progetto di proporre la sacra pizza napoletana attingendo agli ingredienti regionali più caratteristici; infatti sul menù si trova una pizza per regione. Lasciate che le vostre papille gustative, spazino dalla ligure con il pesto, alla Lazio che è una carbonara travestita da pizza, alla piemontese con salsiccia, provola, mozzarella e patate al forno. Il locale è accogliente, con molti tratti dall’atmosfera vintage che ben si accosta alla proposta rustica e casalinga. La semplicità è vincente.

Dove? Via E.Bava,2

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Berberè

In un ampissimo spazio ricavato da quello che era un edificio industriale e pieno di oggetti di design, si erge la cucina a vista di Berberé dove Matteo e Salvatore Aloe sfornano una pizza all’insegna della qualità. Lievitazione di minimo 24 ore con farine biologiche macinate a pietra. L’impasto si sceglie tra quello classico oppure al farro, in quanto al topping, la varietà è tanta: scarola saltata, olive nere, taleggio e chi più ne ha più ne metta. La pizza si presenta già tagliata a spicchi, per gustare appieno il condimento che è ben distribuito, né troppo, né troppo poco.

Dove? Via Sestriere, 34

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Don Ciccio

Per noi la pizza è una cosa seria” recita il loro sito web e non possiamo che essere d’accordo. Un locale spartano con pochi posti a sedere, una classica pizzeria senza troppi fronzoli. Alle pareti c’è Carmine “Ciccio” Bisogno che ti osserva, ti tiene d’occhio: guai a te se lasci anche solo un pezzetto della sua pizza! Lasciarne un pezzo è oltraggioso, perché questa è una delle tonde più buone in città. Carmine apre in Barriera di Milano nel 2015 con la irrefrenabile voglia di tornare alla tradizione, strizzando però l’occhio all’innovazione; infatti è possibile scegliere tra l’impasto classico, l’integrale, il grano arso e il farro e si avrà sempre lo stesso risultato, una pizza ben lievitata, croccante, soda e la ricerca delle migliori materie prime fa il resto. Dall’immancabile mozzarella di bufala alle gradazioni di colore del pomodoro del piennolo con il suo rosso più intenso, al datterino con il suo rosso più sfumato, ai pomodorino gialli che assomigliano a preziose pepite d’oro.

Dove? Corso Taranto, 14

Berberè Torino Centro

I fratelli Aloe raddoppiano a Torino in un nuovo locale in pieno centro che ospita 50 coperti in un ambiente colorato, caratterizzato dal mattone grezzo a vista e dal wall-painting distintivo delle pizzerie Berberè eseguito dal duo di artiste TO/LET e che in questo caso hanno tratto ispirazione dalla storia dello spazio che negli anni ’30 fu una bottiglieria, ideando l’immagine di un bambino che nuota nel vino rosso. L’impronta artigianale della pizza Berberè è sempre la medesima: impasto morbido dentro e croccante fuori con lievito madre vivo. La pizza che si mangia qui stimola la convialità, viene servita rigorosamente in otto spicchi su cui vengono accuratamente adagiati ingredienti stagionali biologici. Sul menù troviamo 16 proposte che spaziano da quelle classiche come la margherita e la bufala a quelle più ricercate, includendo anche alcune scelte vegetariane. Si può gustare la zucchine e feta con zucchine al forno, feta,olive nere, cipolle rosse marinate e fiordilatte oppure la Peperoni del Piquillo, dove il  penetrante peperone autoctono della Navarra è l’assoluto protagonista o ancora la Norma con le melanzane al forno e  la ricotta affumicata.

Dove? Piazzetta Madonna degli Angeli 2 (angolo via Cavour)

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