Totally Wired: Jim Lambie ci porta dentro e oltre il colore

Jim Lambie, che ci aveva già conquistato in “L’emozione dei colori nell’arte” alla GAM, presenta la sua nuova personale nella cornice storica della Galleria Franco Noero in Piazza Carignano.

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_di Miriam Corona

Jim Lambie riprende la sua ricerca incentrata sull’esperienza della luce naturale, che traduce qui, alla sua quinta personale presso la Galleria Franco Noero, nello spettro totale dei colori. Lambie si rifà a visioni lisergiche e psichedeliche, ottenendo come risultato colori allucinogeni, enfatizzati al massimo nelle loro sfumature e creando delle dimensioni a noi non visibili, seppur suggerite.

Wired, che indica uno stato di iperattività, sembrerebbe un’espressione tratta dal titolo della canzone riottosa Totally Wired dei The Fall, gruppo post-punk inglese, il cui frontman Mark E. Smith è scomparso lo scorso gennaio. Un riferimento che sa di omaggio, soprattutto se esplorando la mostra notiamo altri rimandi alla musica rock, ovvero le opere della sala centrale intitolate “Tangled up in blue” “Love me tender” “Just Like Heaven” – titoli di canzoni rispettivamente scritte da Bob Dylan, Elvis Preasley e The Cure: tre alte scale a pioli, inclinate tutte allo stesso modo e poste su un piedistallo, sono colmate di specchi, che gli permettono di riempirsi degli elementi visibili esistenti intorno, comprese loro stesse, in un dialogo che va oltre la botta e la riposta, bensì viene portato verso l’alto e un ipotetico oltre.

Le sculture a parete composte da lenti di occhiali da sole in questo caso sono un rimando alla luce e alla sua schermatura: la loro funzione comune, l’uso quotidiano che se ne fa, quello di protezione dai raggi solari, qui è invertita: disposte come dei reticoli, li catturano e li riflettono, compito accentuato dall’uso del piombo, materiale che le tiene unite insieme a mo’ di cornice e che appare neutralmente grigio, pesante eppure brillante, divenendo anch’esso protagonista dell’opera e non limitandosi alla mera funzione di collante.

I titoli, “I see you in my dreams” “I love to see you smile” “The seen” “I’ve seen your face before” “See you tomorrow” “See the world” “See the sun” “I see you everywhere”, sono eloquenti di una percezione visiva che altro non poteva avvenire se non attraverso le lenti colorate, nelle loro (quasi) infinite sfaccettature. Quasi come delle istruzioni d’uso o delle esperienze avvenute attraverso esse. Una dedica d’amore a quello che ci si trova davanti, creato anch’esso dalla luce stessa, declinato in varie fasi, esattamente come il percorso della luce naturale da giorno a notte. Come sfolgoranti costellazioni multicolori e trasparenti, ci specchiamo al loro interno: le lenti attraverso le quali siamo soliti guardare sono ora diventate l’oggetto della nostra osservazione, nella quale, quasi ovunque ci spostiamo, ritroviamo noi stessi declinati in più colori.

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Per quanto riguarda il lavoro incentrato sulle porte, Lambie  ne prende i bordi massicci e li mette a stretta distanza l’uno dall’altro, creando delle multi-soglie verniciate con brillanti colori lucidi, a creare degli orizzonti di albe e tramonti in cui cieli e terre si confondono nelle sfumature. Le fessure che rimangono tra di esse lasciano ipoteticamente filtrare la luce solare, creando allo stesso tempo degli accessi che non sono creati da una porta o più porte, bensì da lunghi spicchi di esse, dando vita così a un nuovo elemento archetipo di passaggio e di apertura. Lo spettatore prende coscienza dei tre luoghi presenti nella stanza: quello in cui si trova, l’orizzonte rappresentato sulla composizione delle porte e ciò che si trova ipoteticamente oltre il muro al quale sono affisse. I colori, quasi cangianti, variano a seconda del punto di osservazione, come il piumaggio degli uccelli ai quali alcune delle opere sono intitolate (“Sun Rise (meadow lark)”, “Closer (heart and soul)”, “Sun down (tropic bird)”, “Closer (isolation)”, “Closer (twenty four hours)” “”Sun up (gold finch)”, “Petrichor (green finch)”). Un rimando dunque, sottinteso e inaspettato, alla dimensione naturale, che colma di significato un percorso che avviene attraverso i confini del visibile e dell’immaginifico.

Jim Lambie TOTALLY WIRED

5 giugno – 8 settembre 2018

Piazza Carignano 2, 10123 Torino

Inaugurazione 5 giugno ore 18.30

Martedì – sabato 12.00 – 20.00