Phantomatica – Look Closer

Il 5 Aprile è uscito l’esordio in studio dei Phantomatica che hanno dato alla luce un album con le sonorità più disparate che vanno dall’alternative rock al grunge passando per sfumature pop.

Un bel mix per una band che ha già avuto modo di farsi notare in contesti internazionali di prestigio, aprendo infatti il concerto dei celebri rockers tedeschi Guano Apes nel 2015 nella maestosa A2 Arena di San Pietroburgo.

Look Closer ci suggerisce già dal nome di andarlo ad analizzare più da vicino. Singolo di lancio è Drop it, brano che che parte alla grande con grinta ed energia, dalle venature che richiamano la potenza dei Linkin Park (se non fosse che in questi ultimi c’è la componente parlata a contraddistinguerli) ai quali si sono ispirati da quando, in giro per i locali marchigiani, proponevano brani inediti e cover di Pearl Jam, Smashing Pumpkins, Nirvana e altri gruppi noti che hanno lasciato l’impronta nella musica degli anni ’80 e ’90.

La potenza di alcune tracce è mescolata alla dolcezza delle ballate come Impossible Possibility o Bittersweet Pain, dove ti senti cullato in note già sentite in filoni richiamati dai Nirvana e dai Clash. Ballate orecchiabili, belle da ascoltare ma che ancora non forniscono un’identità ben definita al gruppo che sembra vivere all’ombra delle formazioni cui si ispira.

I’m not the only one, il singolo che chiude l’album, ha un sound gradevole, i tempi e i ritmi giusti per un ascolto “senza pensieri”, da tenere in cuffia durante un viaggio in metropolitana o come sottofondo, nonostante una conclusione energica.

In Look Closer ho un debole per le ballate, a mio giudizio pienamente riuscite come nel caso di Revelation in cui il pathos viene ben esportato e il sound dei Radiohead è presente e tangibile. Mi piace, è una delle tracce che inserirei senz’altro in una ideale playlist con il meglio dell’attuale underground italico. Credo che l’identità dei Phantomatica si esprima maggiormente in questo brano rispetto agli altri, che ancora seguono le impronte dei predecessori.

Un altro brano su cui mi soffermerei è Phony Tail, degno di nota per la vivacità dei toni e gli incalzanti giri di rock, figli di una chitarra urlata al punto giusto. La band sembra aver raggiunto il suo obiettivo, quello di non farsi ingabbiare in un genere musicale predefinito, mescolando con maestria ed eleganza le svariate contaminazioni dei gruppi che l’hanno influenzata.

Nel complesso Look Closer è un bell’album, costruito su canzoni che ti prendono all’istante, ma che ti fanno venir voglia di un secondo e terzo ascolto. Sono curiosa di seguirne l’evoluzione per avere una maggiore percezione della loro personalissima impronta.