[REPORT + PHOTO] Baustelle: “lontani dall’idiozia di questi anni”

Il tour di “L’Amore e la Violenza” dei Baustelle lo scorso 11 agosto ha fatto tappa all’Anfiteatro “Falcone Borsellino” di Zafferana Etnea (Ct), in una data organizzata da Puntoeacapo Concerti.

_di Valentina Battini

Non è mai facile parlare d’amore, perchè oltre ad essere un tema piuttosto personale è spesso un’angosciante fucina di sofferenze. Ma questa volta devo farlo, perchè recensire un live dei Baustelle, per me significa scoprire una parte piuttosto intima, che riguarda proprio la mia storia d’amore e di violenza con il trio di Montepulciano.
Così, in una torrida sera d’agosto, senza neanche una lieve brezza montana che di solito dà qualche tregua, mi accingo a vedere un nuovo loro live.

Le luci spente, gli spalti gremiti e poi d’un tratto i Baustelle si materializzano sul palco dell’Anfiteatro di Zafferana. Le coloratissime luci della scenografia diventano il lasciapassare per un viaggio attraverso “l’amore e la violenza” che si apre con Il vangelo di Giovanni, per un incipit dai toni mistico-religiosi, in cui diventa quasi impossibile non pensare al maestro Franco Battiato durante il ritornello. Ma dai vangeli apocrifi dei Baustelle, ci si tuffa immediatamente nell’”oscenamente pop” con l’accattivante synth di Amanda Lear, e la tragica storia di dipendenza di Betty.
La tensione tra Eros e Thanatos domina l’atmosfera, densa di poesia e storie tragiche, cantate dall’etereo Bianconi, gracile e smagrito, tanto da sembrare fagocitato dal suo stesso esistenzialismo.

La profonda voce di Rachele diventa protagonista in pezzi come La musica sinfonica ed Eurofestival, in cui non solo colpisce la profondità dei temi associati a sonorità estremamente pop che strizzano l’occhio agli anni ’80 ma la sua dirompenza sul palco. Emerge infatti una nuova sicurezza di sè, che la rende protagonista nuova ed indiscussa del live. Presenza fisica che abbandona la trincea del pianoforte o della tastiera, dietro cui celarsi, Rachele, bellissima con il suo cappello a falde larghe, balla e si diverte sul palco. Bianconi, sorride e scherza, in barba ai detrattori che li definiscono tristi, snob e “pessimisti cosmici, ma voi non siate tristi” – dice al suo pubblico. Ed in effetti l’atmosfera sembra essere felice ed adorante per un live privo di sbavature. Molto tenera la ninnananna dedicata alla figlia Ragazzina seguita poi da una bellissima interpretazione di Bruci la città scritta a suo tempo, da Bianconi per Irene Grandi.

«La tensione tra Eros e Thanatos domina l’atmosfera, densa di poesia e storie tragiche, cantate dall’etereo Bianconi, gracile e smagrito»

Andando avanti, appare chiaro come la scaletta segua un iter ben preciso, volto a scandire la contemporaneità del nuovo album, con la loro produzione precedente. Il compito di segnare questa cesura cronologica, spetta a Charlie fa surf seguita poi da Un romantico a Milano, le bellissime Canzone del riformatorio e Gomma per chiudere con La Guerra è finita.

Canonico abbandono di palco, per ricomparire poco dopo per il richiestissimo bis. Il concerto si chiude con l’inedita Veronica n.2, tra le ovazioni dei fan e i loro inchini.
I Baustelle si confermano di anno in anno, uno dei gruppi migliori sulla scena italiana, capaci di fondere un pop dalle sonorità d’antan alla perfezione stilistica raggiunta dai testi e soprattutto di tenerci lontani “dall’idiozia di questi anni”.

GALLERIA FOTOGRAFICA A CURA DI GIULIA FIORE