The Knick: la mano del chirurgo come quella di Dio?

L’ennesima serie tv ambientata in un ospedale? The Knick – firmato e magistralmente diretto da Steven Soderbergh – potrebbe stravolgere la vostra conoscenza dei medical drama…

_di Gianmaria Tononi

Siamo a New York e siamo nel 1900, la medicina deve ancora vedere i suoi giorni migliori, gli attrezzi sono rudimentali, le operazioni spettacolarmente sanguinose e il tempo è un fattore determinante per decidere tra la vita e la morte.

Tutte queste difficoltà, sebbene conducano ad un tasso di pazienti persi sotto i ferri che nessuna serie odierna immagina, esaltano al massimo le capacità dei chirurghi, sia sul tavolo operatorio che sulla scrivania dove svolgono la loro attività di ricerca. Molte cose sono ancora da inventare e il personale del Knickerbocker (The Knick), sembra essere pronto a fare la sua parte nella corsa al progresso medico.

«Tutte le scene mediche sono state girate con attrezzatura di fine ‘800, si punta molto sul realismo»

Operazioni sperimentali e strumenti antenati della medicina odierna si alternano mentre convinzioni che ci sembrano ormai assurde tengono la testa dell’avanguardia scientifica, menti illuminate che faticano a capire dove guardare riescono a trovare guizzi di genio e salvare pazienti da malattie ad oggi banali.

Siamo in un’epoca e un luogo poco esplorati nelle serie tv, dove il medico afroamericano ultra rispettato a Londra non riceve alcuna considerazione per il colore della sua pelle, la cocaina va alla stragrande come anestetico e non solo: l’eugenetica è una scienza di tutto rispetto e la verginità un valore diffusamente considerato come tale.

Degli attori straordinari, con Clive Owen in testa a tutti, che rendono i protagonisti dei personaggi incredibili, complessi ed eccezionali, e dei co-protagonisti che non hanno nulla da invidiare a nessuno. La regia di Steven Soderbergh, che stato anche direttore della fotografia ed editor di scena sotto pseudonimo, rasenta la perfezione in alcune puntate.

Tutte le scene mediche sono state girate con attrezzatura di fine ‘800, si punta molto sul realismo: fotografie e descrizioni accurate delle procedure dell’epoca fanno da traccia per il tavolo operatorio e molti dei personaggi si basano su persone realmente esistite (e la cosa, se si pensa a cosa mettono in atto, dà spesso i brividi).

Operazioni con strumenti rudimentali che seguono percorsi contorti per arrivare a salvare vite, medici che lottano tra di loro per il primo posto, droga e disintossicazione, un medico cocainomane che prova a curarsi letteralmente da solo, ambulanze a cavallo, figlie di pastori protestanti dalla sessualità galoppante, la suora pro-scelta che pratica aborti clandestini, malattie psichiatriche curate a suon di ortodonzia, bambini morti. C’è pure la colonna sonora di Cliff Martinez. Insomma, se manca qualcosa ditelo.
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