[REPORT] Mykki Blanco: a far l’amore comincia tu!

Il rapper queer è un animale da palcoscenico: avvolto in un candido abito da sposa, in bilico tra clubbing militante e glam-punk, regala un concerto memorabile nel basement dell’Astoria. Con tanto di battaglia di cuscini…

di Stefano D.Ottavio  —  Nella serata di giovedì 24 novembre, la più piovosa degli ultimi mesi, l’Astoria ha offerto una valida alternativa all’affogare o al farsi un giro in barca per il centro di Torino: per la prima volta in città è approdato Mykki Blanco. La programmazione artistica del basement continua ad esplorare le nuove frontiere dell’hip hop e, dopo i recenti passaggi dei freschissimi Ho99o9 e Le1f, è il turno del nostro americano.

Blanco, considerato uno dei pionieri del queer hip hop, passa dall’Italia nell’anno dell’uscita del suo primo vero album, Mykki, dopo aver pubblicato negli ultimi quattro anni una serie di ep e mixtape. Per inquadrare il personaggio, potremmo già solo accennare al fatto che il suo ultimo video, Loner, è stato prodotto in collaborazione con il sito a luci rosse Pornhub. Ma non siamo davanti ad un provocatore fine a se stesso: qui si parla di un artista e poeta transgender da sempre attento al sociale, attivista legato al movimento Black lives matter e al mondo LGBTQ, capace di comunicare pubblicamente nel 2015 di aver contratto l’HIV senza preoccuparsi per i possibili danni alla sua carriera. Questo intricato vissuto viene cantato in rima da Blanco su oscure e profonde basi trap, e bisogna ammettere che questi suoni, per quanto molto efficaci in certi casi, sono stati oramai ampiamente sdoganati nel mondo dell’hip hop alternativo (addirittura in Italia!) e stanno cominciando a standardizzarsi pericolosamente.

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«Incazzato nero come un frontman di una band hardcore punk ma anche solare e ammaliante come una diva»

L’originalità di Mykki Blanco è invece da cercare nel suo live: all’Astoria ha mostrato come lui sia un vero performer, prima che un semplice rapper. La sua vocalità sguaiata e violenta fanno subito pensare all’attitudine di Stefan Burnett dei Death Grips (gruppo con il quale Blanco ha diviso un tour), con l’eccezione che il nostro si presenta nel basement vestito da sposa, e che ad un certo punto del concerto canticchia “A far l’amore comincia tu” di Raffaella Carrà, il suo brano italiano preferito. Ciò che affascina di Mykki Blanco è proprio la sua capacità di rappresentare in modo unico forti contrasti: aggressivo e in continua ricerca di contatto fisico con il pubblico ma contemporaneamente femminile e raffinato, incazzato nero come un frontman di una band hardcore punk ma anche solare e ammaliante come una diva. Passa gran parte del live a ballare in mezzo alla gente, prende a cuscinate le prime file, per poi specchiarsi e sistemarsi i lunghi capelli biondi della parrucca che viene tolta solo al termine dell’esibizione, mostrando un inedito Mykki Blanco seminudo e con la testa rasata, senza travestimenti artistici.

Chiude il concerto con “Highschool never ends”, forse il suo pezzo migliore, prodotto insieme al dj Woodkid, vecchia conoscenza del torinese Club to Club. E’ stata una prova di forza di un’ora, un live intenso che conferma le alte aspettative e l’hype, purtroppo rovinato dal punto di vista del numero di partecipanti da una pioggia proibitiva. Menzione speciale per il warm up di Dj Bambii da Toronto, che prima e dopo l’esibizione di Mykki Blanco regala al pubblico dei remix da lei prodotti, che spaziano da Justin Timberlake a Beyonce, e sono delle perle da recuperare assolutamente nel prossimo viaggio su Soundcloud. Il nubifragio continua ma lo Xanax Party è pronto a scaldare i nostri cuori fino all’alba.

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Gallery a cura di Federico Masini 

Thanks to Xanax Party