[REPORT] Palamede: l’eroe senza nome | Stadio Domiziano al Palatino

Mentre il sole tramonta la Storia racconta la storia: Palamede, di e con Alessandro Baricco, fino al 9 luglio in scena allo Stadio Domiziano al Palatino.

di Raffaella Ceres  –  I greci confezionavano storie per raccontarci il mondo: così parla Alessandro Baricco introducendo la solenne orazione in difesa di Palamede, l’eroe greco da lui cantato nella suggestiva cornice degli spazi dello Stadio Palatino di Roma voluto dall’imperatore Domiziano. Con Palamede, l’anteprima estiva del Romaeuropa Festival 2016 ha disegnato un ideale varco temporale fra passato e presente, storia e leggenda, passione e ferocia. Con Palamede Alessandro Baricco non svela didascalicamente le gesta di un eroe sconosciuto ma invita a dimenticare per pochi minuti le lezioni di epica ed immergersi fra le sue parole per scoprire piuttosto l’anima coraggiosa di un uomo giusto ingiustamente condannato.

Palamede è un personaggio della mitologia greca, protagonista della guerra di Troia cancellato da Omero nei suoi poemi. La storia di questo personaggio è però giunta fino a noi grazie ai testi, alcuni andati perduti altri poco conosciuti, di molti autori classici che ne decantano la genialità. Lo spettacolo a lui dedicato dal noto scrittore è frutto di una ricerca attenta e meticolosa che Alessandro Baricco ha sostenuto negli ultimi anni. Sospesi fra storia e leggenda ci si trova proiettati in un palco naturale che toglie il fiato e l’attesa delle prime parole dell’artista torinese, permette al pubblico di adattare lentamente gli occhi a tanta bellezza, mai con la giusta atmosfera respirata.

Il sole cala lentamente sullo Stadio di Domiziano  per lasciar spazio a sessanta minuti circa di incredibile arte. Le luci, i suoni, i movimenti scenici: tutto è perfettamente misurato nel battito e levare delle parole che iniziano a fluire ed incantare il pubblico. Figlio di Poseidone, Palamede è ritenuto da alcuni, tra cui Euripide, l’inventore dell’alfabeto greco e della scrittura, oltre che della moneta, della musica, di alcune tattiche militari e, secondo Filostrato, perfino dei concetti di stagione, mese e anno. Tutto questo viene narrato con la giusta dose di poesia ed ironia per mettere in luce il dualismo che si ripete ancora oggi fra le due intelligenze incarnate da Odisseo e Palamede. Quest’ultimo, grande stratega e capo militare della spedizione greca durante la guerra di Troia fu condannato a morte perché denunciato, ingiustamente, da Odisseo per aver venduto i piani di guerra achei ai troiani. L’eroe venne lapidato e il suo nome cancellato dalla storia.

“E’ proprio perché io studio la terra che so cosa accade nel cielo”

Recuperare le sue gesta è recuperare il valore dell’intelligenza stessa, è ragionare a voce alta sulla sottile quanto ingombrante differenza con il peso dell’astuzia e significa infine riconsegnare al tempo il coraggio di avere coraggio. Non c’è infelicità peggiore per un uomo di quella che deriva da se stesso, canta Palamede ed il suo fantasma prende il corpo della bravissima Valeria Solarino che musa ed al tempo stesso vittima della paura umana, incarna la trappola di sete di sapere che muove l’incessante lavoro di Baricco. Leggera ed al tempo stesso tempo imponente nella sua interpretazione Valeria Solarino è il fantasma di Palamede al cospetto del tribunale che lo condannerà.

Grida sussurrando la sua difesa (orazione fittizia composta dal sofista Gorgia di Leontini), inchiodando alle proprie responsabilità uditori ed accusatori. La follia a tratti prende vita negli occhi dell’attrice, il dolore e l’attesa per una sentenza già scritta quanto ingiusta sfumano in una tempesta di parole corali che si rincorrono come echi fra lei ed Alessandro Baricco. Nel disonore la vita muore: il bellissimo asincrono finale chiude lo spettacolo che permette al pubblico di sciogliersi in un lungo e meritato applauso. Palamede, la storia è il secondo appuntamento del progetto Patrimonio storico e creazione contemporanea realizzato insieme alla Sopraintendenza per l’area archeologica centrale di Roma e inaugurato con la mostra Par tibi, Roma, nihil visitabile negli spazi del Palatino fino al 18 settembre 2016. L’invito a chiunque potrà godere di questo spettacolo è di ascoltare le suggestioni del luogo e non soffermarsi alla narrazione alla ricerca di prove scientifiche. Piuttosto, rendete onore all’intelligenza così come fece l’eroe senza nome ed oggi ritrovato.